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Mar Ordonez: l’obiettivo che riscrive la narrativa visiva

La co-fondatrice della casa editrice sperimentale Absurda, dedicata alla letteratura e alle nuove fotonovelas, lancia il primo e inedito progetto ‘Neblina’

Ci dimentichiamo spesso troppo presto della speranza, velocemente disimpariamo e non accettiamo le sfumature e le sfocature, mosse da un tempo sospeso che impercettibilmente muove e muta tutte le cose.

In un’epoca in cui le immagini scorrono rapide e spesso prive di profondità, Mar Ordonez si distingue come un’artista che ha scelto di rallentare il suo e il nostro tempo.

Nata a Maiorca nel 1986, Mar è una fotografa e artista visiva che ha fatto della fotografia analogica, del bianco e nero e del pensiero avanguardista i suoi strumenti per raccontare storie che si insinuano nell’inconscio e risvegliano il desiderio di immaginare.

Mar Ordonez

Il suo nome potrebbe già essere familiare agli amanti della moda e dell’estetica: nel corso degli anni ha collaborato con brand di prestigio come GCDS, Mercedes-Benz, Carolina Herrera, Desigual e Bershka.

Il suo sguardo è stato pubblicato su riviste iconiche come Vogue Spain, Wonderland, Sleek, Vice, Oyster , testimonianza di una carriera che, pur affondando le radici nel fashion system, ha sempre avuto un’anima profondamente autoriale e sperimentale.

Ma oggi, Mar guarda oltre.

Dopo anni di fotografia di moda, ha scelto di immergersi in un universo più personale, fatto di progetti intimi, narrativi e radicalmente liberi. La sua nuova sfida? Reinventare un genere dimenticato: la fotonovela.

Insieme allo scrittore Marcos Jávega, Mar Ordonez ha fondato Absurda, una casa editrice sperimentale dedicata alla letteratura e alle nuove fotonovelas.

Il primo progetto, uscito questo settembre, si intitola ‘Neblina’ ed è qualcosa di completamente inedito: una “post-fotonovela”, che fonde fotografia analogica, narrazione letteraria, linguaggi del cinema e sottotitoli visivi in un’opera unica, da sfogliare come un libro e vivere come un film.

Con Neblina, Mar non si limita a riprendere un genere del passato: lo de-costruisce e lo reinventa, proprio come facevano le avanguardie europee del Novecento a cui si ispira.

E proprio come Jean-Luc Godard, che lei considera una figura chiave, Ordonez cerca costantemente di rompere i confini tra immagine e linguaggio, tra visione e lettura.

Un intreccio di pensieri che si concretizzano, diventando la sceneggiatura di frammenti di vita: la fotografia. 

Forse è il momento di riportare in vita le fotonovelas, quel genere bellissimo ma trascurato, e di portarlo un passo oltre”, ha dichiarato in un’intervista recente.

Ed è proprio questa volontà di spingersi al di là del confine, di mettere in discussione le convenzioni visive e narrative, a rendere il suo lavoro così potente e contemporaneo.

La fotografia di Mar Ordonez è fatta di vuoti carichi di significato, di corpi enigmatici, di identità fluide e fiori sospesi nel tempo.

Temi come il sogno, il femminile, il doppio, l’inconscio e la memoria attraversano costantemente le sue immagini, trasformando ogni scatto in un frammento di racconto.

Pur lavorando spesso in solitaria o con gruppi molto ridotti, Mar riesce a creare universi complessi, dove la luce e l’ombra parlano più delle parole.

La sua preferenza per il bianco e nero, e in particolare per la pellicola analogica, nasce da un amore viscerale per l’imperfezione, per l’attesa, per la materia stessa della fotografia.

In questo senso, il suo grande maestro spirituale è Man Ray, artista totale che ha saputo muoversi tra pittura, cinema e fotografia senza mai farsi ingabbiare da un solo medium.

Anche Mar si definisce “ritrattista”, ma non nel senso classico del termine. I suoi ritratti non sono semplici descrizioni: sono rappresentazioni dell’invisibile, specchi opachi dell’interiorità dei soggetti e dell’artista stessa.

In un presente dominato dalla velocità digitale, Mar Ordonez sceglie la via meno battuta: quella della riflessione, della profondità e della sperimentazione.

Con ‘Neblina’ e il progetto Absurda, sta dando vita a un linguaggio nuovo, capace di unire la tradizione e la rottura, la narrativa e il visivo, il libro e il cinema.

Mar Ordonez non è solo una fotografa. È una narratrice dell’immagine, una regista della carta, una poetessa della luce. E con il suo sguardo deciso ma sognante, ci invita a rallentare, osservare e soprattutto immaginare.

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