Agustina Salvatori: il cinema tra leggerezza infantile ed esistenzialismo
L’attrice argentina, cresciuta nel mondo dello spettacolo, cerca di trasmettere con il suo lavoro la complessità umana ed esperienze universali
Nata in Argentina nel ‘98, Agustina Salvatori è una giovanissima promessa del mondo dello spettacolo e del cinema. Attualmente residente a Roma, ha intrapreso la carriera nella recitazione fin dal suo primo anno di vita, quando ha prestato il suo volto a svariate pubblicità.
Proprio il mondo dei messaggi promozionali e del product advertising l’ha indotta, quasi inconsciamente, a perseguire la via della recitazione.

<< Recito da quando ne ho memoria. Crescendo ho capito che volevo fare l’attrice, allora ho iniziato questo percorso studiando recitazione in diverse scuole argentine. Nel mentre continuavo a lavorare nel settore pubblicitario >>
A spingerla verso questa strada è stata non soltanto la sua naturale inclinazione e fotogenia davanti alle telecamere, ma anche la possibilità di partecipare ad alcuni corti e lungometraggi fin dalla prima adolescenza. Tuttavia, la maturazione definitiva avviene proprio con l’adolescenza, quando Agustina scopre il suo interesse verso il mondo del cinema nella sua totalità, oltre le velate e sottili pareti del settore attoriale.
<< Durante il liceo ho capito che il mio fascino per il mondo del cinema non finiva con la recitazione. Volevo scrivere, raccontare io stessa storie, situazioni e immagini.
Così, finite le superiori, ho scelto di studiare cinema alla FADU, l’Università di Buenos Aires, diplomandomi in Diseño de Imagen y Sonido (tr. Progettazione d’immagine e suono) >>


Come afferma la stessa Agustina, questo percorso è quasi “un istinto” per lei, un’attitudine insita nel suo inconscio.
<< Si tratta di una carriera che ho sempre vissuto con leggerezza, senza la necessità di dover dimostrare qualcosa, senza obblighi e doveri. Poi, nonostante la crescita, è rimasta la possibilità di viverla come un gioco, di poter essere ancora quella bambina che fin dalla nascita si è trovata catapultata su un set >>
Ma essere bambini non significa restare incoscienti, tutt’altro. Attraverso la candida purezza del suo sguardo, Agustina esprime chiaramente la volontà di prendere posizione sul suo vissuto, di non restare inerme e spensierata.
Lei stessa svela quanto è importante avere l’opportunità di raccontarsi. Così, prima attraverso il corpo d’attrice, poi direttamente con la sua penna, la giovane artista spera di arrivare al fondo delle cose, laddove risiede ciò che smuove i cuori di tutti.

<< Sento il bisogno di prendere posizione su certi temi della mia vita, e della vita in generale, di elaborarli e di dare in qualche modo una nuova forma a vecchie esperienze o a esperienze universali. Riscrivere il proprio mondo per trovarne un altro fino a quel momento nascosto, avvicinarmi agli altri e ai loro universi. L’empatia è sempre il mio punto di partenza >>
Secondo una filosofia che pare tornare alla semplicità delle cose, l’artista argentina crede nella potenza dei gesti quotidiani, dei piccoli simboli che ogni giorno ci scorrono davanti perdendosi nel flusso indistinto della realtà odierna. E senza dimenticare il vantaggio di cui Agustina può agganciarsi, ossia un legame profondo con una terra capace di guardare ancora alle proprie radici.
<< Nel mio lavoro cerco sempre di trasmettere in qualche modo la semplicità, la tenerezza che trovo nella complessità umana. Spesso il comportamento umano sa dimostrarsi molto complesso, delle volte quasi incomprensibile. Ma in fondo credo ci siano delle componenti elementari a cui si può tendere, come se ogni atto umano fosse composto da tanti gesti e azioni semplici, che io tendo a legare a un concetto di sopravvivenza >>


C’è dunque qualcosa di rigorosamente scientifico nella poesia che Agustina spera di esternare attraverso il cinema. Dal particolare all’universale, dall’ironica semplicità del quotidiano alla complessità di una filosofia che ha la sua matrice in Nanni Moretti, Agnès Varda e Lucrecia Martel, muse ispiratrici della Salvatori. Ma il confronto non si nutre solo di pilastri della settima arte, quanto delle collaborazioni con amici e colleghi, che la giovane attrice e regista reputa fondamentali nel suo percorso di crescita artistica.
<< Trovo molto stimolante lavorare in gruppo, incontrare persone con diversi approcci e imparare da queste esperienze. Nonostante i tanti idoli indiscussi, nella lista dei miei riferimenti ci sono tanti colleghi e amici registi, attori e attrici, con cui ho avuto il piacere di lavorare e giocare in scena mentre ero ancora in Argentina. Sicuramente questa condivisione mi ha formata tantissimo, ed è una cosa che porto con me ovunque vada >>
Agustina Salvatori è un profilo composito, in cui si enucleano la recente vita adulta e una spensieratezza infantile che l’artista latinoamericana ha sempre portato con sé, come scudo contro le intemperie del mestiere e come metodo critico, di crescita appunto. Saper tornare alla semplicità è una dote che si spera abbiano sempre più artisti in futuro.
Le storie di oggi necessitano di un atto restaurativo, che le porti verso l’oggettività del reale. Parafrasando il detto del grande architetto Mies Van Der Rohe: “less is still more”.
