Antonio Vasaturo: l’unicità attraente dell’imperfezione

Il regista di ‘Also the heart is a muscle’ e ‘Imponderabilia’ ci parla di accettazione e dismorfia corporea, ispirato da cinema, letteratura ed estetica

Il bello, l’estetica e una molteplicità di forme di narrazione: sono questi i mezzi d’ispirazione attraverso i quali Antonio Vasaturo dà vita alle sue storie e ai suoi progetti.

Nato a Napoli nel 1997, sin da piccolo comincia a mostrare interesse verso l’arte e la creatività, la sua educazione artistica nasce da una sana ossessione filmica sviluppata durante il periodo dell’adolescenza, trasformata poi in una passione che gli ha permesso di coltivare al meglio l’attenzione verso il mondo dei video e del cinema. Alla fine del liceo, inizia a sentire il desiderio di creare film, ma sarà soltanto durante gli anni in università che comincerà a raccogliere idee e storie da portare più avanti in vita.

Antonio Vasaturo.

Ho trascorso il liceo guardando tre o quattro film al giorno, passando dal Lav Diaz di 6 ore al ‘Gummo’ di Korine per poi godermi Andrea Arnold ed infine Bresson, credo di essere, infatti, la conseguenza diretta di questo approccio che mi ha travolto con una potenza devastante“.

– Antonio Vasaturo

Le storie estreme di abbandono, i confini e la letteratura sono i temi principali dei suoi racconti. Tutto nasce dall’inclinazione verso il mondo della narrazione e in generale dall’amore per le storie, in linea con il suo percorso di studi che l’ha portato, oggi, ad essere un professore di letteratura italiana. Con il tempo ha educato il suo occhio all’estetica e al bello attraverso la visione di film che gli interessavano, è stato proprio questo spiccato interesse che lo ha aiutato a trovare una sua voce. Antonio sostiene che sia stata la sensibilità della letteratura ad avergli trasmesso l’empatia necessaria per la realizzazione dei suoi progetti, aggiungendo anche che il cinema, come la poesia, non può essere insegnato e che gli obiettivi e le tecniche sono strumenti che fanno da contorno alla manifestazione delle forme d’arte. La passione ardente, il desiderio di creatività e il fascino artistico sono, secondo l’artista, i veri mezzi attraverso cui ciascuno di noi può pensare di creare qualcosa di unico.

 “Non credo che da un giorno all’altro si possa scegliere di diventare un creativo se non lo si è mai stato, seguendo degli step o dei corsi, devi necessariamente avere dentro di te questo fuoco che non ti fa dormire“.

– Antonio Vasaturo

Attraverso un approccio punk e un po’ sui generis, Antonio riconosce nelle sbavature e nelle imperfezioni un’unicità attraente, affermando di divertirsi molto di più nel lavorare con dei “non-attori”, servendosi di strumenti semplici, utilizzando l’improvvisazione e favorendo un piano stilistico e un’estetica più “sporca e irrequieta”, al posto di strutture predefinite che spesso rientrano nell’ordinarietà delle tecniche di registrazione cinematografiche.

Frame tratto dal video musicale di ‘Nun Mfacc’, di Stessy.
Frame tratto dal video musicale di ‘Pepper’, di Skane.

‘Pepper’ è stato il suo primo videoclip, prima d’allora non aveva mai girato, per tale motivo ha utilizzato la tecnica dell’improvvisazione e, partendo da quest’ultima, tutta la creazione del progetto si è svolta successivamente in maniera spontanea. L’artista con cui ha collaborato, Skane, si è fidato ciecamente di Antonio nonostante la sua poca esperienza, permettendogli di curare i dettagli sulla sua identità visiva e la realizzazione del videoclip, tramite l’apprendimento di nuove tecniche e fenomeni, fra i quali Antonio cita il white-trash e il junkie americano. Ciò gli conferisce una grande sicurezza in sé stesso, manifesta le sue idee senza alcun limite e, soprattutto, trova delle persone che credono nella sua visione.

Lavoro molto bene con i limiti, non mi fanno paura. Anzi, ho capito che quando ci sono delle cose che non possono essere superate, di qualsiasi natura, che sia una questione di budget, di attori o di mezzi, non vanno mai forzate altrimenti ne verrebbe fuori solo uno sterile e timido tentativo di copiare qualcosa di già più bello“.

– Antonio Vasaturo

Per Antonio i limiti non rappresentano degli ostacoli, ma piuttosto dei “guard-rail” che gli indicano la strada giusta da percorrere. In un’epoca in cui la tecnica sembra aver abbattuto molte barriere, lui sottolinea l’importanza di concentrarsi sull’essenza del racconto:

“Per me non conta cosa hai per fare cinema, l’importante è creare un mondo che sia credibile e potente in quei limiti.”

– Antonio Vasaturo
Frame tratto da ‘Imponderabilia’, cortometraggio di Antonio Vasaturo.
Frame tratto da ‘Imponderabilia’, cortometraggio di Antonio Vasaturo.

La ricerca di un linguaggio personale, un tema ricorrente tra gli artisti, per lui non è mai stata un’ossessione o un’imposizione.

Credo venga naturale quando è genuina e pura. Cerchi di instaurare un rapporto di fiducia con te stesso e da solo capisci perché fare una determinata inquadratura o adottare un certo punto di vista“.

– Antonio Vasaturo
Frame tratto da ‘Imponderabilia’, cortometraggio di Antonio Vasaturo.

Anche la sperimentazione diventa un elemento fondamentale nel processo creativo e ha un ruolo ben definito nella sua visione. Alla base c’è sempre tanta passione, ispirazione e ricerca, quest’ultima soprattutto diventa un aspetto cruciale del suo lavoro.

Passo ore ed ore non solo a guardare film ma anche a ricercare video di ogni genere in giro per il web, videoclip di ogni natura non solo musicale”.

– Antonio Vasaturo

È in questa immersione continua nel flusso di immagini e suoni che trova le sue influenze, spesso in modo inconscio.

Frame tratto da ‘Imponderabilia’, cortometraggio di Antonio Vasaturo.
Frame tratto da ‘Also the heart is a muscle’, cortometraggio di Antonio Vasaturo.

Fra i suoi lavori troviamo anche ‘Tina’, definito da Antonio come uno dei momenti più formativi grazie al quale ha avuto modo di affinare le sue competenze nell’ambito dell’editing e del grading, insieme a ‘Also the heart is a muscle’ e ‘Imponderabilia’, due cortometraggi che posseggono come denominatore comune l’autovalutazione di sé e la relazione con i corpi. Il primo cortometraggio ruota attorno alle tematiche dell’accettazione, dell’autenticità personale e della necessità di trovare il proprio posto nel mondo, è stato un progetto che ha donato ad Antonio delle nuove sicurezze, per sé stesso e per la sua passione, lavorando con più attori e utilizzando inquadrature statistiche; il secondo invece tratta il tema della dismorfia corporea, è un corto che nasce dal bisogno di cambiare approccio narrativo, focalizzandosi su qualcosa che potesse essere più vicino ad un “haiku visivo”.                                                        

Girato ad Agosto del 2024 e ora in fase di post-produzione, ‘Il mostro, probabilmente’ è il suo ultimo progetto, ispirato ad un caso di cronaca nera in Italia e raccontato in chiave inedita, capace di mettere in crisi lo spettatore.

Dietro ai suoi video vi è sempre una grande preparazione, storyboard pronti in anticipo e idee chiarissime sin dall’inizio riguardo ai progetti da realizzare.

Frame tratto da ‘Il mostro, probabilmente’, cortometraggio di Antonio Vasaturo.

Ciascuno dei progetti di Antonio Vasaturo è differente, è un artista che si mette costantemente in discussione. Le sue idee e le sue storie trasmettono una profonda verità legata alla realtà che ci circonda, è capace di creare mondi assurdi e al contempo verosimili, grazie ad una semplicità unica che rappresenta un suo indiscusso punto di forza.

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