Bianca Stringa Panconi: quando recitare è tendere al magico

La giovane attrice che vive la recitazione come un sogno, una forma di catartica magia alla quale ambire per vivere meglio il presente

A tutti sarà capitato di rimanere a fissare un albero scosso dal vento, pensando nella sicura intimità della propria mente, che quell’ondeggiare di foglie potrebbe essere opera di un qualche spirito. Poi però, la razionalità imposta dalla modernità e lo scemare dell’innocenza, confermano inevitabilmente che nessun folletto invisibile è intento a saltellare sui rami e che nessuna fata si annida fra le rughe del legno. Essere artisti è concedersi di credere che il vento non sia l’unico responsabile di quei movimenti, è immaginare come il mondo funzionerebbe se fossero proprio forze inspiegabili a governarlo. 

“Da piccola credevo nella magia”.

– Bianca Stringa Panconi

È così che Bianca Stringa Panconi, attrice ventitreenne apparsa già in numerosi progetti fra cui ‘Cuori’, ‘Bosé’ e ‘Doc – nelle tue Mani’, comincia a raccontare il proprio percorso creativo. 

Bianca Stringa Panconi.

“Mi aggrappavo all’idea che ci potesse essere molto di più rispetto a quello che vediamo e percepiamo. La recitazione è stata il canale attraverso cui avvicinarmi a questa realtà magica”.

– Bianca Stringa Panconi

Bianca è stata Dafne, celebre ninfa trasformatasi in albero, nel corto ‘Le Mythe Dior’ di Matteo Garrone. È entrata per qualche ora in uno di quei reami fiabeschi che tanto la continuano ad attrarre, si è sentita vista e compresa dal regista, sicura nel trasformare il proprio aspetto e la propria intera persona. La storia stessa di Dafne potrebbe essere letta come metafora della recitazione: un incantesimo di trasfigurazione per scomparire, come la ninfa nei rami d’alloro, l’attrice nel suo personaggio. È proprio Bianca che a proposito delle riprese racconta: 

Bianca Stringa Panconi in ‘Le Mythe Dior’, diretto da Matteo Garrone per Dior.

“Lavorare con un autore come Garrone è un’esperienza che arricchisce: il suo è un approccio cinematografico, che lascia libertà agli attori e rende divertente essere sul set, ti riporta alla gioia dei primi corsi di recitazione. Lavoro al meglio quando mi è concesso un margine di libertà interpretativa che purtroppo le produzioni televisive raramente riescono a garantire, per questioni di tempo. Con Garrone invece ero molto più libera: io ero Dafne”.

– Bianca Stringa Panconi

La libertà va a braccetto con la magia, altra pulsione fondamentale che accompagna Bianca fin dagli esordi: i primi spettacoli teatrali, la madre ballerina che le trasmette la passione per i musical e due film che l’hanno segnata e spinta a mettere in gioco le proprie capacità attoriali, ‘Big Fish’ e ‘81⁄2’, entrambi fiabe, molto distanti fra loro, ma comunque perfettamente coerenti con la passione dell’attrice per l’irreale. 

Bianca racconta poi del film, altrettanto Felliniano, al quale ha lavorato negli ultimi anni con attori del calibro di Fabrizio Bentivoglio e Toni Servillo, ‘Il Ritorno di Casanova’, uscito nelle sale il 30 marzo 2023 per la regia di Gabriele Salvatores. Parla con entusiasmo del progetto, definendolo “un film sul cinema”: 

“Non credo di aver realizzato nemmeno ora. Quando ero sul set ho capito di star vivendo un sogno”.

– Bianca Stringa Panconi
Bianca Stringa Panconi in ‘Il Ritorno di Casanova’ diretto da Gabriele Salvatores.

Bianca interpreta Marcolina – co-protagonista del film e dell’omonimo libro da cui è tratto – una giovane donna di scienza corteggiata dall’ormai anziano Casanova: Salvatores ha definito il personaggio in questione come una “protofemminista”, facendo riferimento al modo in cui Arthur Schnitzler, autore del racconto originale, la delineava. Bianca aggiunge a quanto dichiarato dal regista: 

“Marcolina ragiona di testa sua. Ha una personalità abbastanza forte da non farsi influenzare dalle cose che le succedono attorno e probabilmente se la caverebbe meglio di noi nel mondo di oggi”.

– Bianca Stringa Panconi

Infatti siamo noi ad essere in crisi, in un mondo tarato su velocità disumane e incipiente cinismo, nel quale lo spazio per la “magia” (arte) è stato drasticamente ridotto.

Bianca Stringa Panconi fotografata da Francesco Ormando.

Il cinema italiano in particolare sta affrontando un periodo di forte recessione e crisi diffusa. Parte del problema è il lento ma inesorabile svuotarsi delle sale cinematografiche, dovuto ai pochi incentivi che il pubblico più giovane riceve riguardo l’andare fisicamente in sala. Bianca Stringa Panconi, rappresentante della Generazione Z, fornisce un’idea personale su come andrebbe invogliato il pubblico suo coetaneo a riallacciare i rapporti col cinema visto sul grande schermo: 

“Dovremmo riscrivere la società dalla A alla Z. Dovremmo rendere possibile rallentare i tempi di tutti – non solo dei giovani – per potersi permettere di prendere due ore e stare dentro ad un cinema. Dovremmo fare maggiore sensibilizzazione all’arte nelle scuole e soprattutto ridurre il flusso di informazioni al quale siamo costantemente esposti”.

– Bianca Stringa Panconi

Però forse non tutto è perduto, le storie da raccontare e la magia continueranno sempre ad esistere e proprio riguardo questo Bianca aggiunge: 

“Io credo che ci sia qualcosa nelle generazioni più giovani… una maggiore capacità di esprimere i propri sentimenti rispetto al passato. Nel fare questo anche la rapida diffusione di informazioni può essere utile: uno prende il telefono, gira un video e sta già parlando di qualcosa in modo creativo. Possiamo sembrare un po’ sperduti, in mare aperto, ma siamo avanti su altre cose. Abbiamo voglia di rivincita”.

– Bianca Stringa Panconi

E come ultima rivincita su un mondo inquadrato in rigidi ruoli, come ultimo slancio verso il fiabesco dove le principesse si travestono da guerrieri e l’androginia è topos narrativo diffuso, alla domanda “C’è un qualche personaggio che vorresti interpretare?” Bianca risponde:

“Un uomo… forse perché non se lo aspetterebbe nessuno”. 

– Bianca Stringa Panconi

About Author /

Olmo Giovannini nasce a Modena nel 2002: fin dall'infanzia dimostra una forte passione per il cinema, attraverso la quale arriverà a scoprire anche tutte le altre arti; musica, letteratura, videogiochi e pittura non sono "solo" stimoli per la curiosità di Olmo, sono anche chiavi di lettura per meglio sapersi approcciare al cinema stesso. Attualmente studia storia e critica cinematografica a Bologna, lavorando contemporaneamente a progetti di divulgazione culturale, in particolare cineforum e rassegne sia a Modena che a Bologna e pubblicazioni fra cui interviste, articoli di critica e di informazione.

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