Cover Story Issue #4: Shari, la voce della Gen-Z che grida la libertà d’espressione

Dopo l’uscita del suo EP ‘Fake Music’ e l’esperienza del tour con Salmo, Shari è salita sul palco del festival di Sanremo con una nuova consapevolezza e con la necessità di trasmettere il suo mondo interiore attraverso la musica

Le corde vocali di Shari Noioso, in arte solo Shari, iniziano a vibrare per la musica fin dall’infanzia, animate da instancabili maratone di karaoke e dall’allegria di una calorosa famiglia napoletana residente a Monfalcone, sua città d’origine. La prima esibizione in pubblico, avvenuta a sette anni in un villaggio turistico durante una vacanza, è per lei una rivelazione: 

“Ho cantato un pezzo in inglese davanti a centinaia di persone e lì, sul palco, ho realizzato che avrei voluto fare quello per tutta la vita”

– Shari

E così, supportata dalla famiglia che già dagli esordi riconosce la sua viscerale passione per la musica e il suo innato talento, Shari si dedica a lezioni di pianoforte che le permettono di imparare a suonare, cantare ed esprimersi liberamente.
A dodici anni, dopo la partecipazione al programma ‘Tu si que vales’, firma con una casa discografica entrando in contatto con i primi manager e muovendo i suoi primi passi nel mondo della musica.

Shari sul palco dell’Ariston durante ‘Sanremo Giovani 2023‘.

Da lì, numerose anche le collaborazioni con altri artisti come con il duo Benji & Fede nel singolo ‘Sale’ o con Salmo ne ‘L’angelo caduto’.

Dopo l’uscita del suo EP ‘Fake Music’ a luglio 2022 sotto l’etichetta Lebonski360 e l’apertura dei concerti di Salmo durante il Flop Tour, a dicembre Shari passa ufficialmente le selezioni di Sanremo Giovani.

Con un’identità carica di forza, determinazione e femminilità, è pronta a calcare il palco dell’Ariston tra i Big nel settantatreesimo Festival della canzone italiana.

Una voce profonda e tagliata da una vena di malinconia, una personalità alla continua ricerca di un’autentica libertà d’espressione, una radicata necessità di comunicare il proprio pensiero e la propria interiorità: sono questi gli ingredienti fondamentali che fanno di Shari il volto della Cover Story e la perfetta incarnazione di questo numero di Not Yet dedicato alla GenZ, una generazione che non ha paura di perseguire i propri sogni e che si fa portavoce di solidi ideali e urgenti questioni.

Abbiamo deciso di intervistarla e ritrarla in questo editoriale di copertina per conoscere un po’ più a fondo la dimensione personale e professionale di quest’artista così giovane e autentica.

Not Yet issue #4 cover: Shari fotografata da Alina Brag.

Cosa ti ha portato a fare musica e cosa vuoi trasmettere?

Io scrivo sia i testi che la musica dei miei singoli e di solito lo faccio quando provo delle emozioni forti, che possono essere di varia natura: rabbia, tristezza, felicità. Quelle che descrivo attraverso i miei pezzi sono sensazioni che ho provato in prima persona, sempre ispirate a situazioni che ho vissuto realmente. Uso le canzoni per tirare fuori quello che ho dentro e poi, dopo averle scritte e condivise, mi accorgo che molte persone riescono a provare le stesse cose che ho provato io in quel momento. Nelle mie parole ci si ritrovano.

Hai iniziato a comporre e pubblicare i tuoi primi pezzi sette anni fa, ti senti cambiata da allora? Vedi un’evoluzione come artista?

Sì e sono cambiata molto sia come artista che come persona. Tutto avviene di pari passo, nella vita e nella musica: cambio come persona e cambia anche l’intenzione con cui scrivo. Ora, ad esempio, mi sento più libera di dire quello che penso ed esprimo ciò che provo senza avere paura di mettermi a nudo. Quando ho iniziato scrivevo pezzi più generici ma con gli anni ho capito che potevo anche aprirmi maggiormente.

Stai sperimentando generi diversi rispetto a quando hai iniziato?

La mia anima è sempre r&b e soul, ma per non essere monotona mi diverto a sperimentare e ogni singolo è diverso dall’altro. Scrivo pezzi molto aggressivi che ti fanno urlare a squarciagola in macchina per poi passare a tracce composte da piano e voce con una grande carica emotiva. La gente potrebbe chiedersi “ma è la stessa persona?”, e la risposta è sì, perché mi piace mostrare tutti i lati di me che sono qualcosa come dieci personalità diverse. 

Parlaci del tuo EP ‘Fake Music’.

Lo scorso luglio è uscito ‘Fake Music’, in cui ho voluto sperimentare un genere che mi ha sempre attirato molto: la musica dance anglofona. Ho cercato di dare al mio nuovo disco un respiro più internazionale, perché oltre che in italiano mi piace molto cantare e scrivere anche in inglese. Due dei testi dell’EP infatti, ‘Live Your Life’ e ‘You&I (suicide)’, sono stati scritti da me. Gli altri due singoli, ‘World Hold On’ e ‘King Of My Castle’, sono invece cover di pezzi anni ‘90 rivisitati in chiave più moderna. Inoltre, per questo EP ho collaborato con una DJ fortissima di Milano, ma di origini napoletane, Rossella Essence.

Quali sono le esperienze e le collaborazioni più importanti che hanno segnato il tuo percorso fino ad ora?

Quelle che mi hanno fatta crescere: ho cantato in un sacco di palazzetti da piccolina, sono stata molto fortunata ad avere avuto questa possibilità che mi ha fatto maturare parecchio e per cui sono molto grata. Ho collaborato molto con Salmo a Milano dopo che mi ci sono trasferita. Diciamo che qui ho iniziato a fare le cose con più testa e dedizione: ora vivo da sola, ho iniziato a focalizzarmi particolarmente sul lavoro, su me stessa e sulla mia famiglia. Voglio dedicarmi soltanto a questo e ripartire a mille. Mi sento come se stessi vivendo quel momento in cui sta passando il treno e non puoi perderlo. Ho preso l’occasione di cambiare città come un cambiamento totale e da qui sono iniziate una serie di esperienze che stanno accrescendo la mia carriera e mi stanno portando grandi soddisfazioni.

Com’è stato aprire i concerti di Salmo?

È stato bellissimo, ogni volta era diversa e mi arricchivo di cose nuove. Ho imparato molto, ho calcato dei palchi enormi, tra cui il Forum e l’Unipol Arena, ho imparato a conoscere le persone delle varie città e come si comportavano i fan. La data a Torino è stata una bomba: era l’ultima sera quindi ero più rilassata, avevo alle spalle altre tre serate ed è stato fighissimo, hanno cantato tutti la canzone di Sanremo Giovani, ‘Sotto Voce’, insieme a me. Non me l’aspettavo da un pubblico più indirizzato verso il rap, è stato davvero emozionante.

‘Sotto Voce’ è il titolo del brano con cui hai passato la selezione di Sanremo Giovani. Che significato si cela dietro al titolo e cosa vuoi trasmettere attraverso questa canzone?

Parla di un momento in cui sono scappata dalla realtà. Ho scritto questa canzone quando sono ritornata in me proprio perché mi sono pentita, sono riuscita a tornare alla mia vita di tutti i giorni e mi sono sentita un po’ in colpa per aver lasciato da parte le persone a cui tenevo di più. Il titolo rimanda al ‘parlare sotto voce’ perché è stato un periodo in cui ero un po’ distante, chiusa in me stessa, come se ci fosse stato un muro tra me e gli altri, un blocco.

A proposito di Sanremo Giovani, non era la tua prima volta. Ma che emozione hai provato quando hai saputo che in questa edizione avresti partecipato tra i Big del Festival?

Ero già stata a Sanremo Giovani a 17 anni ed ero stata eliminata, perciò mi portavo dietro un ricordo brutto e deludente. C’era stato un problema con gli orari delle esibizioni e del televoto – che infatti quest’anno è stato tolto – e io c’ero rimasta davvero male. Quando stavo decidendo se iscrivermi nuovamente alle selezioni ero un po’ titubante, non ho dormito tutta la notte, ma poi ho deciso di andare. Non è stato facile però alla fine è andata benissimo: mi sono trovata a mio agio come ambiente, ero più pronta a livello personale e con gli altri concorrenti si è formata un’amicizia forte, quindi alla fine sono contenta della mia scelta.

E invece il brano che hai portato a Sanremo 2023 è ‘Egoista’, un altro testo nato dalla tua penna. Puoi parlarcene un po’ e dirci come è nato?

Il brano parla del pensiero egoista che a volte abbiamo noi umani, soprattutto in amore. Mi è capitato di rendermi conto di esserlo per certi versi, e pensando a chi volessi avere al mio fianco mi sono sfogata scrivendo questo testo in cui parlo di me e del mio lato più egoistico. 

La Generazione Z è caratterizzata da una particolare sensibilità alle tematiche attuali e dalla capacità di trovare modi alternativi per raggiungere i propri sogni. Tu cosa pensi della tua generazione?

A me piace la mia generazione, ti dirò. Mi piace che siamo combattivi, un po’ ribelli, sento che stiamo finalmente lottando per i nostri diritti, ad esempio ci stiamo lamentando perché la scuola non funziona bene. Io personalmente mi sono trovata davvero male con i professori e con il modo troppo severo di insegnare la disciplina. Per me vengono commessi tanti errori, veniamo trattati un po’ come soldatini e dunque sono contenta di far parte di una generazione che guarda oltre a quelle che sono le regole imposte dalla società. Anche per quanto riguarda l’amore, sappiamo che è per tutti e che non ci sono differenze. Noto però anche il fatto che siamo un po’ depressi: siamo sofferenti delle regole imposte da una società che ci opprime e io spero di aiutare i miei coetanei a superare un po’ queste difficoltà perché sono una persona che non si tiene niente dentro. Dico sempre quello che penso.

La vita e la figura dell’artista sono un po’ cambiate nell’era dei social. Tu cosa ne pensi? 

L’attività artistica e quella social sono oggi più che mai connesse. Viviamo tutti lì quindi un artista si deve dedicare e impegnare ad esprimersi anche su queste piattaforme, che sono quelle attraverso cui la gente li osserva. È difficile che da altre parti si possa trovare lo stesso pubblico, o almeno credo. Per questo motivo penso sia necessario imparare a gestire questa dimensione oltre ad avere un pizzico di fortuna per non passare inosservati in mezzo alla massa. I social possono offrire una vetrina internazionale: personalmente mi è capitato di entrare in contatto su Instagram con alcune persone in America e a Londra con cui ho potuto dialogare e avere uno scambio, anche se non le ho mai viste realmente. Così nascono contatti e connessioni, e questa è una cosa figa.

Tu hai iniziato giovanissima nel mondo della musica e dello spettacolo, e ti è capitato anche di vivere qualche esperienza negativa e avere il coraggio di riprovare, come tu stessa ci hai raccontato a proposito di Sanremo Giovani. Con la tua esperienza, hai un consiglio da condividere con chi sta iniziando ad approcciarsi al mondo della musica e che vorrebbe percorrere i tuoi stessi passi?

Una cosa che ho imparato nel corso di questi anni e che sto facendo ancora fatica a metabolizzare è che la musica non è solamente arte ma è anche un lavoro, quindi bisogna stare sul pezzo e talvolta fare ricorso al pensiero razionale. Essendo molto emotiva vorrei principalmente scrivere e curarmi della parte artistica, però non c’è solo quello e in questo momento storico non basta più. Non è molto facile emergere in questo campo, in alcuni periodi magari ero circondata da persone che credevano in me, ma sentivo di non avere quello che volevo: è necessario lavorare su se stessi, ma prima o poi la ricompensa arriva. Il mio consiglio è di non avere fretta ed essere sicuri delle proprie potenzialità! Può capitare di cadere perché magari non sei pronto e in quel momento non lo sai neanche tu, ma bisogna continuare a crederci. È normale avere delle paranoie e anche arrivare a dubitare di se stessi, ma prima o poi qualcosa ti torna indietro se ci metti il cuore. Sanremo per me è l’esempio che avere coraggio e perseverare ripaga. Quindi mi raccomando continuate a seguirmi e a sostenermi!


Editors & Art Directors: Max Brtl & Pit Brtl
Talent: Shari
Photographer: Alina Brag
Stylist: Domenico Diomede
Make Up & Hair: Giada Stocco
Styling Assistant: Erica Fierro, Simona Perfetto, Sara Gianfelici, Benedetta Addoteye
Backstage photographer: Silvia Milanesi
Backstage video: Ismaela Malingamba
Location: Gipsy Studio (Milano)
Fashion: Stefano Bruzzone, Valenti, Monella Vagabonda, Mukzin, Simon Cracker, Maison Apnoea, Reamerei, Naked Wolfe, NAKD, Andrea Turchi, Ann Summers, Radà Accessori, Meend.

Foto backstage durante lo shooting di copertina con Shari, foto di Silvia Milanese.

About Author /

Carlotta Barbari nasce a Modena nel febbraio 1996. Si laurea, nel 2018, in Lettere Moderne presso l'Università di Bologna e nel 2021 consegue la laurea magistrale in Italianistica. Ha una profonda passione per la letteratura, associata ad un’interesse per la psicanalisi e per le scienze linguistiche. In lei convive un’inclinazione personale e professionale volta alla ricerca di un contatto con le diversità culturali: prosegue dunque gli studi nell’ambito della glottodidattica e dell’insegnamento linguistico rivolto agli stranieri.

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