Emanuele Triglia: esplorazione musicale e paesaggi sonori

L’intervista di Not Yet al musicista, session man e producer; dall’ultimo album ‘Moon Kin’ al tour 2025/2026 con Joan Thiele 

La musica di Emanuele Triglia nasce da una contemplazione ed esplorazione continua della natura e della realtà che ci circonda. Voci umane, percussioni su materiali nuovi, soffi che passano attraverso flauti di bambù, acqua che scorre: un mix che trasporta l’ascoltatore, lo spinge a chiudere gli occhi ed immaginare nuovi luoghi e situazioni. A quasi un anno dall’uscita dell’album Moon Kin per Rivamare Records, che riassume al meglio la sua personalità artistica, Emanuele Triglia riesce ad emergere ancora una volta “accompagnando” Joan Thiele nel suo viaggio a Sanremo.

MOON KIN – Emanuele Triglia

Raccontaci un po’ delle tue “origini”: quando hai iniziato ad approcciarti alla musica e come è proseguita la tua formazione?


Mi sono avvicinato alla musica intorno ai dieci anni, quando mi è stata regalata la mia prima tastiera giocattolo. Da quel momento è nata una grande curiosità nei confronti degli strumenti musicali e del suono in generale. Ho iniziato a studiare pianoforte classico, proseguendo per circa quattro o cinque anni. Con l’adolescenza mi sono poi avvicinato al rock e da lì è nato l’interesse per la chitarra, che mi ha infine portato allo studio del basso, lo strumento che più di tutti sento vicino e che meglio mi rappresenta. In generale, ho sempre avuto una forte curiosità per il suono, che è stata il filo conduttore del mio percorso musicale. Ho iniziato a suonare da autodidatta, per poi approfondire lo studio dello strumento in modo più serio durante l’adolescenza. Tuttavia, la mia vera formazione è avvenuta suonando con le band, esibendomi nei locali e avendo la fortuna di accumulare fin da giovane esperienza dal vivo. Quella fase è stata fondamentale per la mia crescita musicale. Intorno ai diciannove anni mi sono trasferito a Roma, dove ho proseguito i miei studi e dove vivo tuttora.

Sei impegnato in molte collaborazioni: la tua musica è sperimentazione con strumenti musicali nuovi e artisti diversi. Hai più stimoli creativi “dialogando” con altre persone?

Sì, assolutamente. Collaborare con altre persone e artisti porta sempre nuovi stimoli creativi che spesso non emergerebbero lavorando da soli.Ogni collaborazione è un’occasione per dare un “vestito sonoro” diverso a ciò che si crea, perché si entra in contatto non solo con altri gusti e visioni musicali, ma anche con diverse energie. Spesso creare insieme significa esporsi, mettersi a nudo artisticamente e umanamente, ed è proprio in quel confronto che nascono idee nuove e direzioni che magari non avrei mai considerato.  È un processo che arricchisce.

La fase di contemplazione e osservazione che precede l’opera d’arte è ciò che alla fine la renderà unica. Emanuele ha trovato un modo nuovo di esprimersi, senza rinunciare al ritorno alle origini: costruirsi da solo un flauto di bambù, conservare i suoni della natura calabrese portandoli in giro per il mondo, guardare lo stretto di Messina dalla spiaggia e pensare a una canzone.

‘Moon Kin’ – il cui titolo indica il legame con la luna, che influenza gli uomini con le proprie energie – è un’opera nata spontaneamente, una libera esplorazione sperimentale, a tratti tribale, che riflette il costante mutamento del progetto e la sua evoluzione condivisa, un mix innovativo di influenze jazz, hip hop e world music. La formazione vede Emanuele Triglia al basso e al flauto di bambù, Davide Savarese alla batteria, Pasquale Strizzi alle tastiere e agli effetti, Vincenzo Lato alle percussioni e Francesco Fratini alla tromba; si aggiungono Federico Romeo alla batteria, Giulia Gentile ai violini, Simone Alessandrini al sax e al flauto, Alessandro Rebesani (RBSN) alla chitarra e alle voci, e il cantautore calabrese Davide Ambrogio.

Da questo album emerge una particolare sensibilità per i rumori naturali, che influenzano tantissimo la tua musica. Quali panorami o situazioni ti ispirano di più nel processo creativo?

Essendo nato a Reggio Calabria, posso dire di essere cresciuto con il mare davanti agli occhi. È letteralmente la prima cosa che vedevo quando aprivo la finestra. Questa presenza costante mi ha profondamente marchiato. Quel ritmo naturale ha qualcosa di ipnotico, simile a un rumore bianco che può ricordare il fruscio di fondo di una vecchia cassetta o di un nastro. È una sensazione che ho cercato di riportare in ‘Moon Kin’, inserendo elementi che evocassero quella dimensione, un paesaggio sonoro a me molto familiare.


Dal 2015 ad oggi, percorrendo una carriera densa di collaborazioni e traguardi, Emanuele è stato bassista, session man e producer. A gennaio 2017 rilascia il suo primo album ‘K.O.I.’ in qualità di producer. A luglio 2019 rilascia il suo secondo album ‘The Cloud Cream Lo-Fi Beat Tape’; nel 2020 il terzo, sempre autoprodotto, ‘How You Feel’. Firma anche il brano ‘Regina’ di Davide Shorty per il festival di Sanremo. Durante il 2021 rilascia, insieme a numerosi musicisti della scena romana, il suo quarto album ‘Make It Pure’ per Rivamare Records. Nel 2022 lavora come session man con Coez per Undamento; segue come produttore Joan Thiele e, insieme a lei, scrive e produce la colonna sonora del film ‘Ti Mangio Il Cuore’ (Festival del Cinema di Venezia 2022). Prende parte come bassista al “V” tour 2022 di Mannarino. Durante lo stesso anno segue Serena Brancale dal vivo come session man e in studio come produttore. Il 10 maggio 2023 vince il David di Donatello, alla sua prima candidatura.

Sei un giovane musicista e hai già vinto il David di Donatello: descrivici le sensazioni che hai provato al momento della vittoria condivisa con Joan Thiele

Quando ho sentito pronunciare i nostri nomi non ci potevo credere. È stata un’esperienza davvero intensa ed emozionante. Il processo è stato estremamente stimolante, ma anche molto naturale, anche grazie alla collaborazione con Joan Thiele. Lavorare con lei mi ha permesso di sperimentare liberamente e di osservare la mia musica inserita in un contesto completamente diverso dal solito.

A proposito di Joan: come è stato collaborare con lei per la meravigliosa ‘Eco’?

Ad ‘Eco’ abbiamo dedicato tantissimo tempo… è un brano che risale a quasi due anni fa. Come spesso accade con lei, è nato in modo molto spontaneo e in quel momento rispecchiava perfettamente la nostra visione sonora. Abbiamo investito molta energia per creare un suono che potesse trasmettere al meglio ciò che volevamo comunicare. È un brano a cui sia io che Joan siamo molto legati, e vederlo crescere e arrivare a un punto così importante è stato davvero gratificante, oltre che profondamente emozionante. Ora non vedo l’ora di portarlo dal vivo con lei durante il tour e di condividerlo con il pubblico, per continuare a farlo evolvere in un nuovo contesto.

Nel bellissimo video della canzone Emanuele appare al suo strumento, così come gli altri “musicians” Steasy, Pasquale Strizzi e Franz: sarà con amici e compagni di viaggio che condividerà l’emozione di portarla sul palco. 


Come sostiene l’artista, l’ispirazione si nasconde dentro ogni cosa: un dialogo con gli amici ad una festa, un suono nuovo ascoltato casualmente, un rumore fastidioso. La natura e il caso non fanno che disseminare indizi per l’essere umano, stimoli per il nostro corpo e le nostre orecchie, e c’è chi riesce a coglierli e farne arte.

About Author /

Anna Toscano nasce a Reggio Calabria nel 1994. A diciotto anni si trasferisce a Bologna per iniziare l’Università e lì entra in contatto con varie riviste di musica. Giornalista musicale e scrittrice per passione, dopo la Laurea in lingue viaggia tra Roma e Milano, continuando a scrivere. Nel 2020 fonda Archivio Immaginazione, una community di scrittura creativa dove promuove ed entra in contatto con scrittori emergenti, mentre nel 2023 pubblica la raccolta di racconti 'Contactless'.

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