La rivoluzione del giornalismo sportivo nel mondo digitale con Rodrigo Fáez
Dalla creazione del primo canale web di cronaca calcistica al successo globale fra calciatori e pubblico
Rodrigo Fáez è uno dei giovani volti più affermati del giornalismo sportivo contemporaneo, e ha contribuito a portare un decisivo cambiamento nel mondo dell’informazione. Per lui, la comunicazione è rimasta per troppo tempo in uno stato di obsolescenza, avanzando senza realmente rispondere alle esigenze di un pubblico in continua evoluzione.
Soprattutto nel mondo dello sport – e ancor di più nel calcio – dove la passione si tramanda spontaneamente di generazione in generazione, abbracciando insieme il nuovo e il vecchio, strumenti e modalità di comunicazione, volti e voci del giornalismo hanno dovuto cambiare e adattarsi al presente per coinvolgere un pubblico sempre più variegato e digitalizzato. Questo ha significato anche dare spazio a talenti emergenti, capaci di parlare a una nuova platea.

L’elemento cruciale del buon giornalismo rimane, infatti, la qualità dell’informazione – il contenuto – e l’impatto che riesce a generare sul pubblico. Piattaforme digitali come YouTube hanno rivoluzionato il settore proprio perché ampliano le possibilità espressive, rompendo gli schemi tradizionali e adattandosi alle esigenze dei fan di nuova generazione: essere aggiornati ovunque, in qualunque momento e su qualsiasi dispositivo.

Rodrigo è nato a Gijón, nella provincia spagnola delle Asturie, una terra dal clima rigido con fitta vegetazione, piogge frequenti e temperature fredde, che lo ha temprato e preparato al mondo, altrettanto duro e competitivo, della comunicazione digitale.
Esattamente dieci anni fa, ha dato il via alla sua carriera come cronista sportivo e content creator, guadagnandosi il titolo di primo giornalista ad aprire un canale su YouTube.
Aveva solo quindici anni quando, pur di iscriversi a un corso di comunicazione, richiese la carta d’identità. Si trasferì poi a Salamanca per studiare, quindi in Olanda e infine negli Stati Uniti, dove visse per due anni. Durante la formazione ha sviluppato diversi progetti che, a suo dire, suscitavano grandi aspettative ma sembravano incompresi. Poi arrivò il 2015, con l’inaugurazione del suo canale YouTube.
Da quel momento, l’avanguardia e il valore del suo lavoro non sono più passati inosservati. A parlare sono i numeri: quattrocento mila iscritti, cinquanta milioni di visualizzazioni e il riconoscimento come uno tra i più noti e stimati giornalisti di calcio a livello mondiale.
Il segreto del suo successo va però ben oltre le competenze tecniche e digitali: risiede in una comunicazione profondamente umana, nella spontaneità con cui si relaziona al pubblico, ma soprattutto nella vicinanza e nell’umiltà che mantiene con i giocatori. Rodrigo rifiuta le etichette e si oppone a ogni tentativo di classificarli in base al successo o alla popolarità: ogni calciatore, per lui, vale quanto un altro. È proprio questo approccio che, a suo avviso, lo ha portato così lontano in così poco tempo.
Tra le sue più grandi vittorie, va ricordata l’intervista a Cristiano Ronaldo alla fine della sua ultima vittoria con il Real Madrid nel 2018, allo Stadio Olimpico di Kiev in occasione della finale di Champions League. Davanti alla sua telecamera, Ronaldo annunciò per la prima volta ai fan che avrebbe lasciato il Real Madrid.
Da freelancer digitale, grazie al vasto seguito mediatico e alla sua particolare empatia con i giocatori, Rodrigo ha avviato collaborazioni con varie realtà, tra cui un quotidiano cartaceo, una stazione radio e due emittenti televisive. Ancora oggi lavora per una di queste, la rete americana ESPN – una delle più autorevoli emittenti sportive a livello globale – dove è inserito nel dipartimento digitale.
Segue regolarmente le partite del Real Madrid e dell’Atlético de Madrid, ma rimane uno spirito libero, forgiato dalla natura ribelle della sua terra natale. Guardando al futuro, la sua priorità resta l’indipendenza: un valore che difende e alimenta ogni giorno attraverso il suo canale YouTube.
