Thomas Daloiso: la fotografia di moda tra digitale e AI
Uno sguardo alla poetica del fotografo e co-fondatore del brand ‘Rive Paris’
Thomas Daloiso è un fotografo e narratore di immagini, ha trentacinque anni e crede che l’AI possa essere un mezzo fondamentale nel campo della fotografia, arte di cui inizia a occuparsi nel 2005.
Dopo gli studi in grafica pubblicitaria si laurea all’Accademia di Belle Arti di Foggia con una specializzazione in fotografia e si innamora della luce e della bellezza in generale.




Successivamente rivela di essersi focalizzato con maggior intensità su soggetti femminili, aspetto gli ricorda il passato e crea in lui un sentimento di nostalgia. Questa propensione si lega infatti all’infanzia trascorsa nel salone da parrucchiera di sua madre, da lì si è ritrovato sempre a ritrarre donne e a lavorare per molti anni nella fotografia di moda.
Nel corso del tempo ha collaborato con moltissime realtà, fotografando volti di emergenti e top model e ha lavorato per riviste di moda tra cui Numéro, Posh, Dry e Schon. Daloiso definisce il suo stile semplice e pulito, caratterizzato da una predilezione per il bianco e nero o il daylight morbido di riflesso, in cui la luce naturale viene ammorbidita attraverso superfici riflettenti.



Tra le sue ispirazioni volti della fotografia come: Helmut Newton, Richard Avedon, Peter Lindbergh, ma soprattutto Mario Sorrenti. Riguardo gli obiettivi futuri Daloiso rivela:
<< Voglio continuare a riscoprire con la pellicola la mia vera natura facendone un punto di forza, così da definire sempre di più il mio linguaggio, il mio stile, ma anche continuare a indagare quanta potenzialità ci possa essere nell’AI senza però dimenticarmi della fotografia digitale >>

Contemporaneamente al mondo dello scatto Thomas si è lanciato in un percorso imprenditoriale. Insieme a sua sorella fonda ‘Rive Paris’ un brand di skincare, di cui lui stesso ci racconta:

<< In realtà è il pretesto per avvicinarmi a qualcosa di più intimo, personale, un racconto di quelle giornate trascorse nell’infanzia in un paesino di mare. È un progetto già innato e il mezzo più adatto per raccontarlo è proprio la pellicola, poiché lo reputo un mezzo di riflessione. È l’alibi per poter sposare quello sta influenzando la mia fotografia anche a livello commerciale ed editoriale, perché regala materia alle immagini e le dona un’anima >>
Per Daloiso Scattare in analogico significa anche avere consapevolezza di ciò che si sta scattando, è un atto di riflessione, dettato dall’attesa che fa da padrona dal momento del click, perché appunto possono passare anche ore, giorni, mesi prima di fare una fotografia.
Lui stesso considera un’eccitante mistero l’attimo nel quale le foto vengono poi sviluppate:
<< La cornice di tutte queste emozioni è fatta da quella magia data dalla chimica e dall’incertezza di sapere cosa ci sarà sulla pellicola al momento di sviluppo e stampa in camera oscura >>





