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Tra composizioni imperfette e curiosità: la visione di Jusher Avain

Nella sua fotografia una minuziosa ricerca dell’io fatta di fuori fuoco e pieghe nelle magliette

La fotografia permette di attuare una costante ricerca sul mondo e sull’espressione di se stessi, come racconta attraverso la sua storia Jusher Avain, giovane creativ* nat* nel 1994 a Belem, in Brasile. Dopo aver trascorso l’infanzia e coltivato le sue radici nel continente sudamericano, all’età di otto anni Jusher si trasferisce con la famiglia in Svizzera, dove frequenta il centro scolastico per le industrie artistiche, portando avanti contemporaneamente la sua passione più grande: la fotografia.

Fin da bambin*, infatti, ha avuto un approccio ravvicinato con la macchina fotografica: spesso la madre lasciava a Jusher la sua piccola Kodak, che usava per fotografare qualsiasi cosa si trovasse davanti, finendo ogni volta per terminare il rullino.

“Le foto sviluppate – racconta l’artista – erano la visione e l’immaginazione di un esserino che ancora stava aprendo gli occhi a questo mondo, i miei soggetti preferiti erano: fori nei tronchi degli alberi, il cielo azzurro, foglie a terra, la testa del mio cane e le impronte sulla sabbia… insomma pasticci della mente ma con un grande significato per me. Tutto questo mi dava un senso di conforto e benessere, era come disegnare nell’aria ed avere poi il risultato tra le tue mani, per sempre, indelebile”.

– Jusher Avain
Jusher Avain.

Già dai primi tentativi con la macchina fotografica, Jusher comincia a trovare ispirazione in tutto ciò che fotografa, sviluppando una propria visione e un proprio modo di interagire con i soggetti e gli oggetti che gli si presentavano davanti. 

A partire dal 2016 si trasferisce a Milano per iscriversi ad un corso universitario, che termina dopo pochi mesi. Dalla fine di quel percorso capisce che è arrivato il momento di portare avanti la sua passione primaria e di cominciare a proporsi come fotograf*. Comincia così la sua carriera come artista fotografic*, inizialmente lavorando per piccole agenzie di modelli, occupandosi della categoria dei “new faces” e partecipando a qualche shooting, per incrementare il suo portfolio fotografico. Progressivamente riesce ad ampliare i suoi lavori, passando dopo poco tempo a scattare per sfilate, backstage ed eventi della moda milanese.

La sua fotografia è cambiata spesso dall’inizio della sua carriera e con essa si è trasformata anche la sua personalità e il suo modo di essere, adattandosi al contesto creativo che l* circonda. Recentemente, infatti, è riuscit* a raggiungere il massimo della sua creatività con la fotografia editoriale, avendo la possibilità di essere pubblicat* su diverse riviste e siti web in giro per il mondo. Questo tipo di contesto è servito sicuramente a Jusher per ampliare le sue ispirazioni e per creare una nuova estetica, tenendo come ispirazione i lavori dei maggiori fotografi contemporanei – Tim Walker, Elizaveta Porodina, Steven Klein e Robert Mapplethorpe sono solo alcuni dei fotografi a cui si è ispirat* – e attraverso una ricerca costante di uno stile personale e di un “io” artistico nel quale identificarsi.

La sua fotografia è “imperfetta e curiosa”, poiché per Jusher nasce da un profondo interesse ad indagare tutto ciò che gli si presenta davanti e allo stesso tempo il fotografo cerca sempre di sporcare il suo immaginario e le sue composizioni con dei dettagli piacevolmente disturbanti.

“La mia fotografia è curiosità, imperfezione. È non credere negli sbagli per creare qualcosa di molto più vicino a noi. Non ho mai amato la fotografia troppo perfetta per quanto la trovi davvero bella, non giudico chi la fa, ma io mi reputo l’opposto, mi piace il fuori fuoco su di un viso in primo piano, una piega nella maglietta che potrebbe quasi dare fastidio, la finestra aperta a metà laggiù sullo sfondo… insomma, cerco la composizione nella mente: ma questa è ben lontana della perfezione”.

– Jusher Avain
Talisa Jade, fotografia di Jusher Avain.

Jusher ha avuto anche l’occasione di scattare numerosi artisti e celebrità del panorama italiano, come ad esempio il cantante Irama, con cui ha sviluppato una forte sintonia artistica, grazie anche allo stile tormentato e poetico del musicista, che si sposa benissimo con la fotografia imperfetta del fotograf*.

Durante la pandemia, è tornat* in Svizzera e in quel periodo ha avuto modo di approcciarsi per la prima volta al mondo del video, per merito di alcuni progetti a cui ha collaborato con alcuni suoi colleghi e amici. Il mondo dell’immagine in movimento l’ha affascinat* talmente tanto che ha deciso di provare a sviluppare anche qualche cortometraggio, che terminerà a breve.

Animato da un’energia creativa sempre stimolata dal reinventarsi Jusher ha pianificato un futuro ricco di novità per la sua carriera artistica: partendo proprio dal concetto dei video e dall’attrazione per l’immagine in movimento, ha intenzione di approcciarsi al mondo del cinema, ambiente che l’ha sempre attirat*; e proprio per questo motivo, con passione e dedizione, ha deciso di continuare la sua attività seguendo questo percorso. La sua insaziabile curiosità e il suo modo intimo di guardare al mondo lo porteranno ancora a ricercare nuove strade e nuove ispirazioni attraverso cui esprimere il suo spirito creativo. 

About Author /

Lorenzo Martelli nasce in Toscana nel settembre 1999. Fin da piccolo sviluppa un forte interesse per l’editoria di moda e per la scrittura. Dopo il liceo, si trasferisce a Milano dove frequenta il corso di 'Fashion Styling, Creative Direction & Digital Content' presso l’Istituto Marangoni.

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