Art

g. olmo stuppia: una critica verso l’omologazione della società di massa

L’artista che con le sue opere esterna la lotta con i vizi interiori e con le strutture politiche del mondo materiale

Nato a Milano, il 10 aprile del 1991 cresce immerso in un cosmo di “povertà”, élite e amore nella popolarissima casa Via Arquà, che lui stesso descrive come: “Una zona densa di etnie e belle forme, oggi rovinata dalla “canizzazione” (social pettification, a cui sto dedicando un saggio prossimo a uscire) dell’esistere, tra ballatoi, cessi fuori e sensazione di comunità, innamorata della strada e odio per le istituzioni.“ 

g. olmo stuppia.

Frequenta scuole pubbliche al Parco Trotter e si forma tra la Sicilia e Milano, per poi studiare filosofia a Paris VIII, Arti Visive allo IUAV di Venezia e Scultura all’Accademia di Carrara e Bologna. Intraprende un percorso artistico nel quale inizia a produrre film sperimentali e ambienti estremi dove una costellazione di oggetti attiva set design e contesti, opere al limite tra curatela e azione: la sua  pratica recupera la filosofia primigenia dell’aria (Irigaray), del legno e del fuoco. L’autore si identifica all’interno di una costellazione di identità scultoree, plastiche, teoriche e filmiche di continua ricerca e messa in dubbio dei dogmi sociali, in un’unica grande opera che è preghiera vitale. 

Nei suoi lavori spicca un intento di documentazione e critica volto a risvegliare le coscienze e richiamare l’attenzione sulle vicende presenti e passate che caratterizzano il nostro Paese:

<< Affronto tematiche obliate dalla moltitudine di cittadini, ma che formano la memoria e si sedimentano come Caverne nella vecchia Europa: tematiche come i gesti collettivi dell’Italia: dalle stragi di stato volute dal grande capitale internazionale che oggi fascistizza estetica e vita delle persone, alla colonizzazione dei droni militari in Sicilia e dell’Europa, fino all’eterno navigare delle Vele bruciate nel film cortometraggio sperimentale ‘Sposare la notte Ep. V’ a New York, Milano e Venezia, la cui scena finale realizzato intralciando e parzialmente bloccando il traffico marittimo per alcuni minuti nella Harbour di Elllis Island. Ogni mio progetto assurge a spazio di preghiera. Al tentativo di trattenere l’egoico afflato per immergersi nel respiro (che sia comune), creando a rastrellando insieme i frammenti dell’archeologia d’ogni giorno, come persistenza alla fluidificazione e mercificazione aziendae di ogni relazione tra spazio e corpi, tra sé e sé>>

2021 Tenebra personale a Spazio Sparc Venezia
2022 Sposare la notte La Biennale di Venezia, derive nella notte a Venezia e Palermo, Public Program 59o Padiglione Italia

Già a partire dal nome che deve essere scritto rigorosamente minuscolo, tutta la sua identità creativa è come lui stesso la definisce: “Un lavoro esistenziale e grammaticale, uno spezzettamento dei dogmi e una generazione puntuale di altre forme di vita. Un discorso sull’abitare e sul lacerare, sull’eterno fluire”.

Nel 2019 vince la borsa di ricerca ‘AltroVe’ sotto la direzione di Angela Vettese e assistendo il regista Giulio Squillacciotti. Nel 2018 crea ‘Cassata Drone Expanded Archive’, media platform antimilitarista di produzione di cinema sperimentale, laboratori, radio e mostre di livello internazionale sostenuta da Unesco, Comune di Palermo, Goethe Institut e KantoKulturBaselStadt, Palermo Capitale della Cultura, Fondazione Sant’Elia. Col susseguirsi degli anni ha ricevuto vari riconoscimenti per il suo operato da importanti realtà come il Museo MUSE di Trento, la Fondazione Bevilacqua, La Fondazione Sandretto e l’Institut Nationa d’Histoire de l’Art.

2024 Controcartolina – Sposare la notte Premio Pac 2024

g. olmo stuppia ha allargato i suoi orizzonti partecipando al public program della Biennale Arte 2022 tenutasi a Venezia con Sposare la notte (2022 – in corso), e della Biennale Architettura 2023 con RT performance dedicata a Rosa Luxembourg e Tina Anselmi a cura di Matteo Binci. Dei suoi lavori racconta:

<< Tutti i miei progetti, film, sculture o libri hanno a che fare con una critica alla lingua, al modo di essere, all’omologazione formale in senso aziendale delle vite creando controcartoline continua. In una lotta anzitutto con i miei vizi interiori e poi con le strutture politiche del mondo materiale. Una critica al giovanilismo modaiolo incapace a frequentare la storia, che effonde affetto ai cani piuttosto che alla famiglia e alla comunità , o al miglioramento delle Istituzioni e dello stare al mondo>>

Props from film ‘Sposare la notte’
Still from film ‘Sposare la notte’

Il suo ultimo progetto, ‘Katasterismós’, – esposto allo SPUMA Space for the Arts di Venezia dal 21 febbraio al 5 aprile 2025 – è dedicato al film ‘Sposare la notte Ep. V’, prodotto da R Platform Venezia, D&D Collection, Orsini Collezioni insieme all’Istituto Italiano di Cultura a New York, in collaborazione con VeniceArtFactory e Contemporis ETS, il tema è la diaspora italiana annodata ad una pratica antimonumentale. Infatti lo sguardo della Statua della Libertà si annoda alla mostra Désolé dove una testa asportata da una base militare, si trasforma in simulacro di una “libertà illiberale” .  L’esposizione presenta il film insieme a un ciclo di sculture e fotografie, in un ambiente in cui si alternano luci e tenebre, omaggiando l’omonima saga Sposare la notte coprodotta da La Biennale di Venezia. 

Col suo lavoro, g. olmo stuppia, abbraccia in forma intima le ragioni più profonde della massiccia emigrazione dall’Italia e da tutti i Sud del mondo, di ieri e di oggi. E lo fa attraverso l’archetipo mitologico del viaggio e dell’approdo all’isola di Ellis Island, connettendoa alla barca abbandonata di Raul Gardini (scarto in plastica di 62 metri a Marghera) e allo sguardo de La legge Nuova scultura di Camillo Pacetti posizionata sulla facciata del Duomo; viaggio mitologico e contronarrativo che ha ispirato quella di Auguste Bartholdi a New York.  a mostra esplode la scenegrofia del film fatta di Vele cucite a mano, anfore, sculture concettuali cucendo all’èthos europeo le speranze di un “nuovo mondo”, irraggiungibile. Il punto d’arrivo è la libertà che si consegue attraverso la deriva, cucendo insieme, ogni giorno, le lacerazioni delle comunità socialmente ed emotivamente emarginate. Dopo Venezia,la mostra farà tappa a Parigi, Palermo, Milano e New York. La casa editrice Postmedia Books di Milano pubblicherà, in italiano e in inglese, il volume ‘Katasterismós. Una deriva dentro “Sposare la notte”’.

Frame tratto da ‘Sposare la notte’
Frame tratto da ‘Sposare la notte’
Vele 2025 – foto di Sofia Guzzo

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Valerio Barberini nasce nell'ottobre del 2004 a Modena. Attualmente frequenta il Dipartimento di Comunicazione ed Economia a Reggio Emilia, dove sta conseguendo la laurea triennale in Scienze della Comunicazione. Da sempre affascinato dalle emozioni e dal coraggio delle persone nell'esprimere sé stesse, coltiva una profonda passione per la scrittura. Attraverso Not Yet Magazine, riesce a unire questi due mondi.

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