Dialoghi tra musica e forme nell’arte di Silvio Deiaco
Il graphic designer che ha scoperto la passione artistica grazie alle copertine degli album musicali
Nel lavoro di Silvio Deiaco – visual designer attivo nel campo della musica e della moda – fotografia e musica trovano un inatteso e ricercato spazio di dialogo tradotto in immagini potenti e simboliche, le quali sfiorano i limiti del reale.
Già dagli anni delle scuole superiori, Silvio ha deciso di intraprendere un percorso di studi mosso da una passione singolare, ossia quella per le copertine degli album musicali.

Una fascinazione che deriva dal legame sottile ma profondo tra un’immagine e la musica che vi si nasconde dietro: i significati, spesso simbolici, tra questi due elementi e soprattutto l’intensità e la narratività delle musiche quando diventano visibili con forme e colori propri sono gli elementi che accedono l’interesse del designer.
Tutto questo da ragazzo lo stimola al punto da dedicare molto tempo allo studio della storia, del design e delle tecniche utilizzate nelle copertine. Decide dunque di intraprendere la facoltà di Graphic Design presso l’Accademia di Brescia dove si laurea con una tesi finale incentrata proprio sulle copertine degli album musicali.


In quegli anni, inoltre, applica gli insegnamenti di design alla realizzazione di copertine degli album di alcuni suoi amici musicisti. Nel farlo, si affida all’elaborazione di idee e storie che potessero evocare i contenuti musicali e i testi delle canzoni.
Allo stesso tempo, la visione di un’immagine di copertina contribuiva a stabilire un primo contatto con il pubblico, catalizzando l’interesse degli ascoltatori e gettando le fondamenta per un coinvolgimento emotivo. L’occhio, d’altro canto, vuole la sua parte.
Grazie a questi progetti con il tempo SIlvio si è poi avvicinato alla macchina fotografica, strumento che gli permette di creare un’opera a partire dall’indagine del mondo reale.
Il suo processo creativo consiste nell’esplorazione dei confini tra realtà e immaginazione, riportando una visione del mondo che oltrepassi i limiti della percezione umana.

Il risultato finale sono immagini distorte che esprimono la potenza creativa del fotografo e in grado di suscitare emozioni tanto potenti da spingere lo spettatore a reinterpretare la realtà sotto una nuova prospettiva – effetto generato, d’altro canto, da alcune copertine di album musicali.
È però anche l’ambiente ad esercitare una forte influenza sull’artista, sin dall’infanzia. Nato a Predore, paesino lombardo immerso in un paesaggio bucolico, Silvio viene orientato da questo contesto nell’evoluzione del suo pensiero creativo e di una mentalità introspettiva.



La natura pura e incontaminata del paesaggio circostante, come la serenità delle acque del vicino lago d’Iseo, sono per lui un baluardo contro la frenesia della metropoli di Milano, città che a sua volta lo incoraggia e lo stimola nelle sue esplorazioni artistiche. Come spiega:
<< Questo equilibrio mi ha dato una prospettiva unica. La calma e la concentrazione che traggo dal mio paese mi aiutano a mantenere i piedi per terra, mentre l’eccitazione e le possibilità creative della città mi spingono a crescere e a cercare nuove opportunità. Ho imparato ad accogliere entrambe le realtà, prendendo il meglio da ciascuna e permettendo loro di coesistere nella mia vita personale e professionale >>
Il confronto e contrasto dei due ambienti partecipa così a definire la visione artistica di Silvio, il quale è in grado di cogliere tanto una dimensione concreta e reale quanto una immaginativa, estendendosi oltre i confini della realtà.
