Al di là delle vie armoniche del centro, verso quella periferia che tanto amava Pasolini dove la bellezza si sporca di vita, fuori dai margini della società da copertina dove la sottocultura non è un trend ma un’esigenza. Dove la strada si trasforma in un set e gli ultimi diventano eroi. 

Questa è la Roma in cui nel 1983 è nato Guido Gazzilli, che ancora oggi ama fotografare come in un diario in cui documenta il nuovo ordinario. Non si tratta solo di raccontare la vita urbana ma di indagare il rapporto di interdipendenza tra le persone e la città: relazioni, solitudine, musica e vita notturna ma anche abusi, amori e dialoghi con le strada nuda e cruda.

“Sono attratto dal diverso, amico del contrario e dell’errore”.

– Guido Gazzilli

Guido Gazzilli interpreta la scena urban come una filosofia in cui il grande punto interrogativo sono le persone e il loro nuovo habitat, il mondo della strada, dei quartieri e del degrado attraverso la sua risposta artistica. 

Laureato allo IED di Roma in Arti Visive, dal 2010 ha intrapreso un percorso lavorativo focalizzato sulla ricerca dell’identità e della condizione umana, arricchendo i suoi scatti con un taglio profondamente personale e soggettivo. 

Guido Gazzilli

“Credo che ciò che mi spinge a fotografare sia il mio senso di solitudine, che sento tantissimo in questa città e che imprimo su pellicola proiettandovi i luoghi e le persone che incontro. Da quando sono adolescente ho iniziato il mio pellegrinaggio, vagando in cerca di qualcosa, cercando un contatto e una sintonia con gli altri”

– Guido Gazzilli

Non tutte le strade portano a Roma. 

Questo continuo vagare ha portato Guido a immortalare luoghi anche oltre al mondo romano. Kosovo, New York, Sardegna, Atene… scorrendo il suo portfolio gli scenari si moltiplicano mentre il soggetto principale non cambia: il ritratto è sempre borderline

Con l’agenzia Contrasto ha firmato diversi progetti: come ‘Beyond the Borders’, un progetto svolto a Lampedusa nel quale Guido assiste allo sbarco di venti mila migranti in fuga e, oltre a queste anime disperate, cattura anche la solidarietà della comunità locale; o come ‘Berlin Diary‘, un documentario ai margini della società nel quale la cultura metropolitana esplode con cento sfumature di bianco e nero in un progetto editoriale che riesce pienamente a cogliere lo spirito underground della città. 

Scatto dopo scatto, dall’arte di Guido Gazzilli, quella che emerge è una società vera fatta di individui che spesso ignoriamo, di derive punk, facce grottesche, nebbia, fumo e tatuaggi sbiaditi.

È il ritratto di una gioventù nuova che spicca dal cemento e sarà proprio questa imperfetta e vera realtà ad attirare brand come Nike, Adidas, Fred Perry, Redbull, Fendi, ed editoriali come Gq, Vice, Rolling Stone e Vogue a collaborare con questo artista sempre sulle tracce di una nuova relazione umana.