Siamo orgogliosi di aver proposto il nostro magazine all’attenzione di Edoardo Tresoldi, celebre scultore italiano eletto da Forbes tra i trenta artisti under 30 più influenti in Europa. Nonostante sia appunto un’istituzione nel mondo dell’arte – e non affatto un emergente – ha apprezzato il carattere filantropico di questa testata la quale, più che un giornale, vuole essere una guida e una piattaforma digitale che fornisce supporto effettivo ai talenti emergenti, decidendo così di sposarne la causa e lasciarci raccontare la sua storia.

Le sue sculture in reti metalliche sono ospitate in tutto il mondo: l’ultima, da settembre, al museo d’arte di Ravenna

E’ lo scultore della materia assente, del dialogo tra uomo e paesaggio, tra arte e mondo. Un mondo che racconta attraverso ciò che non si vede: le trasparenze e i vuoti lasciati dalle reti metalliche, come argilla nelle sue mani. 

Lui è Edoardo Tresoldi, milanese di nascita, è ormai un’istituzione nel mondo dell’arte. Nominato da Forbes nel 2017 tra gli artisti europei under 30 più influenti d’Europa, il suo è un racconto contemporaneo di materie assenti e rovine metafisiche che si mescolano al paesaggio, pensate per aprire una riflessione sulla vita dell’architettura e sul rapporto esistenziale che questa instaura con gli elementi del paesaggio antropico e naturale. 

Segni del suo passaggio si possono trovare da nord a sud dello Stivale e anche ben oltre i confini nazionali: la ricostruzione della Basilica paleocristiana di Siponto dove l’antico si fonde con l’arte contemporanea nel paesaggio del Gargano – intervento premiato con la Medaglia d’oro all’Architettura Italiana -, la grande installazione ‘Etherea’ negli Stati Uniti per il Coachella Valley Music and Arts Festival e il monumento alla contemplazione ‘Opera’ – un colonnato di 46 colonne che raggiungono gli 8 metri di altezza all’interno di un parco di 2.500 metri quadri, attraversabile e completamente fruibile a cittadini e visitatori – sul Lungomare di Reggio Calabria sono solo alcuni dei suoi lavori più famosi. 

Edoardo Tresoldi. Fotografia di Cristiano Coini ©

Dal profondo sud del nostro Bel Paese risaliamo fino al Trentino, nel parco Arte Sella di Borgo Valsugana, per trovare un’altra opera firmata Tresoldi: ‘Simbiosi’. Interamente aperta verso il cielo e alta cinque metri, l’opera compone uno spazio di sosta e contemplazione, una rovina sospesa tra architettura, natura e dimensione temporale. L’installazione sembra nata per sfidare la forza di gravità, come un corpo in sospensione che levita tra coscienza e incoscienza, tra mondo materiale e immateriale. Un organismo vivo, un canale emotivo di comunicazione con la natura. 

‘Simbiosi’, opera di Edoardo Tresoldi. Fotografia di Roberto Conte ©

Un chiaro esempio del dialogo tra uomo e paesaggio naturale di cui Tresoldi si fa portavoce: scolpita dal paesaggio circostante, ‘Simbiosi’ vive e respira il profondo legame con Arte Sella e con la natura che, con il suo lento crescere, ingloberà l’opera d’arte tra i suoi tessuti, fondendola con il parco stesso.

Tresoldi e le sue impalpabili reti metalliche hanno toccato città come Macau, Singapore, Barcellona, Parigi, Abu Dhabi, Londra: nel mondo si ergono le sue cattedrali trasparenti, un accenno di quello che ci sarebbe potuto essere, la tessitura di qualcosa che, in fondo, non c’è. La sua materia, la rete metallica e lo studio della trasparenza che si lascia dietro, una scoperta infinita di nuove prospettive. Una materia ‘non-materia’ che è il suo segno di riconoscimento, nonché il suo spazio d’azione: la ‘materia assente’ da cui tutto comincia. 

La rappresentazione di una proiezione mentale, filtro e forma attraverso cui raccontare la compenetrazione di paesaggio culturale e ambiente fisico, naturale e costruito.

– Edoardo Tresoldi
Basilica di Siponto’, opera di Edoardo Tresoldi. Fotografia di Roberto Conte ©
‘Etherea’, opera di Edoardo Tresoldi. Fotografia di Roberto Conte ©

A Modena, al parco XXII Aprile, é sorta questa primavera l’opera site specific ‘Hora’ firmata ‘Tresoldi Academy’, progetto nato dalla collaborazione tra “STUDIO STUDIO STUDIO” – il laboratorio interdisciplinare fondato da Edoardo Tresoldi per creare e sostenere progetti artistici contemporanei – e Young Architects Competitions, l’accademia di architettura che prepara giovani progettisti facendoli lavorare con i più grandi studi di architettura del mondo. In questo caso l’artista ha lavorato con quattro borsisti del G124 di Renzo Piano a un’installazione che dialoga con gli elementi naturali del luogo, permettendo loro di disegnarne i lineamenti formali e ornamentali nel corso del tempo; un’installazione che sorge accanto a ‘Riparo’, il padiglione in legno realizzato sempre per il parco XXII Aprile dall’archistar Renzo Piano.

Il suo ultimo lavoro in termini di tempo è ‘Sacral’, creata nel 2016 ma allestita in questo settembre 2021 che ci siamo lasciati alle spalle, in occasione della mostra dantesca del Museo d’Arte della città di Ravenna ‘Un’Epopea POP’, la terza del progetto espositivo ‘Dante. Gli occhi e la mente’. 

Dallo scorso primo settembre e fino alla conclusione della mostra, il 9 gennaio 2022, presso il chiostro del museo trova spazio la sua opera: Tresoldi è stato scelto dalla curatrice del percorso d’arte contemporanea della mostra, Giorgia Salerno, per rappresentare il tema delle Anime e per reinterpretare idealmente il Castello degli Spiriti di Magni di Dante con una grande installazione che permette al pubblico di vivere un luogo immaginifico entrando in pieno dialogo con il paesaggio circostante. 

L’opera ‘Sacral’ di Edoardo Tresoldi esposta al Mar di Ravenna. Fotografia di Roberto Conte ©

Con ‘Sacral’ – installata nel chiostro cinquecentesco del museo, originariamente sede del monastero dei canonici di Santa Maria in Porto dediti al culto della Madonna Greca che proprio Dante cita nel Paradiso – il pubblico ha l’occasione di entrare fisicamente nell’opera, idealmente nel Nobile Castello e, in un’azione quasi performativa, ripercorrere il viaggio dantesco. 

«Un’immagine archetipica – ha dichiarato Tresoldi -, è in grado di far dialogare passato e presente attraverso un linguaggio costituito da significati che tornano nel tempo. All’interno del chiostro cinquecentesco del MAR, Sacral si presenta come il ricordo di un luogo già incontrato, un’immagine familiare che introduce il visitatore al percorso dantesco». 

– Edoardo Tresoldi

E dopo, cosa ci sarà ancora? A noi spettatori non resta che attendere di veder comparire, come in un sogno, altre cattedrali disegnate nel vuoto, leggere come nuvole. Le sue inconfondibili opere vive.