Il viaggio tra riscoperta e sostenibilità della fashion designer Marianna Turano

Dalla valorizzazione dell’artigianalità boliviana a Re.Corsets, il brand di upcycling couture più cool del momento

Immaginate di poter indossare il vostro intimo e per di più di poterlo fare con stile: ci ha pensato Marianna Turano, che ha reso ancora più attuale e sostenibile il concetto di “underwear-as-outwear”, ovvero dell’intimo visibile. 

Classe 1992 e di origini italo-boliviane, Marianna si laurea all’Istituto Europeo di Design di Roma con il progetto ‘Specific Taste In A Messy World’, collezione maschile incentrata sull’utilizzo di tessuti tipici della cultura sudamericana, tinti secondo tecniche completamente naturali. Dopo la laurea, si trasferisce a Londra dove frequenta il corso di Trend Forecasting presso la Central Saint Martins e inizia poi a lavorare all’interno dell’ufficio stile di alcuni dei migliori brand emergenti inglesi tra cui Rejina Pyo.

Marianna Turano, foto di Arianna Del Grosso.

Il suo desiderio di esplorare e valorizzare le sue radici ha portato la designer a trasferirsi in Bolivia nel 2018, dove ha collaborato con le stiliste locali Liliana Castellanos e Ana Palza per dare vita a progetti di promozione e rivalutazione dell’artigianalità e della cultura boliviana. Uno dei risultati più significativi di questa collaborazione è stato ‘La Chola Paceña’, presentato con successo presso la prestigiosa Fondazione Cartier a Parigi durante l’Andean Festival.

Reggiseno dell’ultima collezione ‘The Vision’ di Re.Corsets, indossato da Sabrina Benkhalifa e fotografato da Sara Della Giacoma.
Top dell’ultima collezione ‘The Vision’ di Re.Corsets, indossato da Sabrina Benkhalifa e fotografato da Sara Della Giacoma.

Qualche anno dopo torna a Roma per continuare la sua carriera come fashion designer freelance e nel dicembre del 2022 lancia il suo brand di moda sostenibile e up-cycled, Re.Corsets, un progetto figlio della sua era e per questo estremamente attuale: tutti i capi vengono realizzati a partire da scampoli, filati, campioni e tessuti di scarto provenienti da brand di alta moda che verrebbero altrimenti smaltiti e scartati.

La produzione sostenibile si mescola quindi con il glamour per dare vita a corsetti, ma anche top e reggiseni, con stampe, texture e colori che appartenevano una volta alle grandi firme del Made in Italy e che trovano ora una seconda vita e una nuova storia da raccontare.

Re.Corsets, che si ispira dichiaratamente alla stilista Vivienne Westwood e alla sua capacità negli anni ’70 di decontestualizzare il corsetto rendendolo protagonista dei look di sfilata, si compone di soli pezzi one of a kind. La prima edizione limitata del brand, ‘Parte 1’, contiene settanta pezzi unici nel loro genere realizzati a seconda della disponibilità e metratura degli scampoli.

I tessuti sono quindi i veri protagonisti del brand, che pone l’accento sulla trasparenza della catena produttiva ma allo stesso tempo sulla ricerca, sulla storia e sul potere espressivo che si celano dietro ad ogni scarto. La ‘Parte 2’ è già in fase di sviluppo e incentrerà la sua mission sulla ricerca dell’inclusione.

Top dell’ultima collezione ‘The Vision’ di Re.Corsets, indossato da MIRØ e fotografato da Denise Rosato.
Reggiseno dell’ultima collezione ‘The Vision’ di Re.Corsets, indossato da Lavinia Angelucci e fotografato da Vania d’Alfonso.

About Author /

Anna Chiara Bortolotti, dopo un’esperienza come Product Press Officer presso Valentino, lavora ora nel team comunicazione e ufficio stampa dell’esperta di immagine, imprenditrice e autrice Rossella Migliaccio. Appassionata di moda e riviste fin dall'infanzia, consegue una laurea triennale in Scienze della Comunicazione per poi proseguire gli studi ottenendo una Laurea Specialistica in Editoria, Culture della Comunicazione e della Moda all'Università degli Studi di Milano e da lì le esperienze lavorative nel settore, tra showroom e press office, non sono mancate.

Start typing and press Enter to search