Ketosaurr: il dietro le quinte di un’influencer

La giovane influencer Carolina Porqueddu ci racconta in un’intervista il mondo dei content creator visto dalla sua prospettiva

Quando mi sono trovata a chiacchierare con Carolina, ho conosciuto una persona spontanea e solare, nascosta dietro un velo di timidezza che con qualche scambio di battute siamo riuscite presto ad abbattere. Carolina Porqueddu, nata e cresciuta a Bologna è influencer dal 2017, quando, dopo aver posato come modella per il fotografo Alessio Albi, alcuni suoi scatti sono diventati virali e ha iniziato, così, la sua inaspettata avventura.

La sua carriera ha poi preso una svolta nel 2018, anno in cui ha conosciuto la sua attuale manager al Nameless Music Festival, evento dove si occupava in prima persona della parte d’intrattenimento dei canali social.

Quella è stata la prima volta che Carolina si è trovata realmente nell’ottica di lavorare all’interno del caotico, ma dilagante, mondo dei social network, dove oggi è conosciuta anche come Ketosaurr.

Ketosaurr, foto di Martina Bertacchi.

Ciao Carolina, intanto ti chiedo come stai? Domanda forse troppo sottovalutata…

Ciao, sto molto bene grazie e sono davvero felice di fare questa intervista con voi! Poi oggi è la mia giornata di risposo, quindi dopo questo impegno mi dedicherò a me stessa e andrò in palestra, attività che mi aiuta a scaricare i nervi.

Raccontaci un po’ di te e di cosa vuoi trasmettere con i tuoi contenuti.

Mi considero una ragazza solare e spontanea, troppo spesso i social sono vetrine di finzione, in cui la realtà viene distorta e le persone diventano divinità irraggiungibili. Quello che vorrei trasmettere alla mia community è l’esatto contrario: siamo tutti uguali e facciamo tutti le stesse cose per quanto bizzarre esse siano. In base a questi valori scelgo poi i brand con cui collaborare, per me è fondamentale avere libertà nella creazione dei contenuti e poter inserire le pubblicità in un contesto informale e quotidiano. A tal proposito, uno dei progetti in cui per la prima volta mi sono completamente sentita me stessa è stata la collaborazione con Pupa per cui ho realizzato un video ironico e a mio parere molto divertente. I miei contenuti vogliono essere semplici e leggeri e spero che questo arrivi alle persone che mi seguono.

Ketosaurr, fotografie di Martina Bertacchi.

A tal proposito, come gestisci la relazione con la tua community?

Trovo molto personale il rapporto con i miei follower, mi piace interagire con loro e spesso ci scambiamo video, come fossimo amici, ogni tanto mi consigliano addirittura modi migliori di impostare alcune battute. Avere un feedback continuo è per me fondamentale: capisco cosa piace e se sto riuscendo nel mio intento. Purtroppo come in qualsiasi ambito non può essere sempre rosa e fiori e capita che ci sia quella persona maleducata nel porsi, ma per fortuna ho una community molto positiva ed è un po’ come avere una grande famiglia che ti supporta e segue in qualsiasi cosa tu faccia.

Qual è il tuo sogno nel cassetto? Hai un brand con cui sogni di collaborare?

Ho sempre avuto il sogno di fare l’attrice, anche se è rimasto nello scantinato, non ho mai fatto corsi di recitazione e non so se realmente sarebbe potuta o potrebbe essere la mia strada, ma mai dire mai. Per quanto riguarda i brand invece devo dire di non avere aspettative specifiche, la me di un anno fa mai avrebbe pensato di collaborare con le compagnie con cui lavoro oggi e mi ritengo soddisfatta di come sta andando. Forse, l’unico brand con cui un po’ sogno di collaborare è Ikea, adoro questo negozio e quando ci vado passo le ore ad inventarmi battute sui nomi più strani dei mobili, quindi chissà, magari potrebbe essere l’obiettivo di questo 2023.

Quali sono gli aspetti positivi e negativi del lavoro sui social?

L’aspetto migliore del lavorare sui social è sicuramente la gestione del tempo che però risulta essere anche l’aspetto peggiore *ride*. Ci vuole molta autodisciplina e non sempre è semplice rispettare delle scadenze autoimposte, a volte può diventare stressante. Banalmente anche quando sono in vacanza devo comunque realizzare dei contenuti ed essere sempre attiva sulle storie. Insomma, lavorare su Instagram è come lavorare sette giorni su sette. Nonostante ciò sono anche molte le strade che questo lavoro ti permette di intraprendere e scoprire, molti posti e ristoranti in cui sono stata, ad esempio, non li avrei mai nemmeno conosciuti probabilmente senza i social.

Per la realizzazione dei tuoi contenuti prendi d’ispirazione qualcosa o qualcuno in particolare?

La mia influencer preferita è Arielle Vandenberg, è statunitense e ha esattamente quel tipo di comunicazione che cerco di avere io, spontanea e divertente, la trovo geniale! Poi più generalmente l’ispirazione nasce dalla vita di tutti i giorni, da situazioni quotidiane che mi fanno ridere, dalla gente che incontro e dalle notti insonni.

E come giovane donna com’è per te lavorare sui social? Pensi sia una ambiente più egualitario rispetto ad altri o vigono regole patriarcali come in altri settori in Italia?

Penso che il fatto di essere totalmente freelance renda tutto un po’ più personale, non ci si può realmente paragonare sotto nessun aspetto e questo sicuramente favorisce un ambiente più egualitario, rispetto ad altri. Tuttavia Instagram rimane un social un po’ bigotto e per noi donne, in particolare, sia a livello di policy del social che a livello socioculturale esiste il problema della volgarità. Una donna potrà essere giudicata volgare lì dove un uomo non ne correrà mai il rischio. Mi è capitato purtroppo che alcuni contenuti venissero rifiutati per via di una maglia troppo scollata o di un’inquadratura sbagliata indossando un bikini. Anche se in questo Instagram è dalla mia: essendo una tavola da surf difficilmente mi segnala come “volgare”. È proprio vero che c’è sempre un lato positivo! 

Per concludere: che consiglio ti sentiresti di dare a chi vorrebbe intraprendere questo percorso?

Penso sia importante buttarsi e provare, c’è spazio per tutti sui social e l’unica cosa veramente importante è la costanza: bisogna pubblicare pensando a ciò che vorresti vedere tu stesso e in modo comprensibile a chiunque. Non posso nascondere che non sia semplice, a me è capitato spesso di trovarmi in stallo, di perdere la motivazione, in particolare durante la pandemia, ma questo non vuol dire che bisogna mollare. È importante essere determinati, avere un obiettivo e perseguirlo, da lì ogni cosa farà la sua strada.

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Mastria Francesca nasce nell'aprile del 2000 a Modena, con un'innata passione per la scrittura in tutte le sue forme. Attualmente iscritta alla facoltà di Antropologia presso l'università di Bologna, scrive per Not Yet dal luglio 2021 e da giugno 2023 collabora anche con "Il Resto del Carlino" di Modena. Dalla fortissima empatia prende a cuore persone e situazioni, ed il suo desiderio è quello di trasmettere a più lettori possibili tutta la bellezza del mondo, tramite la magia del racconto.

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