Mario Tedesco: luoghi remoti e tempi rimossi
Il videomaker campano basato a Milano esprime il suo mondo interiore frammentato e sfrenato tramite la sua arte personale e molteplici collaborazioni
Nelle piccole comunità, specialmente di provincia, non è mai facile essere sé stessi.
Tutti sanno, tutti vedono, tutti hanno la pretesa di conoscerti meglio di quanto tu conosca te stesso: i giudizi e le aspettative di quei “loro” invisibili con precisi volti familiari possono inibire qualsiasi voglia di espressione non conforme; riuscire ad aprirsi e parlare senza remore è una conquista per molti epocale.

È il caso di Mario Tedesco, classe 2005, che da un piccolo paesino vicino a Salerno ha spostato la sua attività di videomaking a Milano: nel tempo della pandemia e dei conseguenti lockdown Mario ha imparato a girare, montare ed “effettare” video, inizialmente girati con amici.



Da lì il salto è breve: grazie a passione e dedizione, arrivano i primi lavori su commissione, in collaborazione con marchi di moda e personalità emergenti della scena musicale italiana.
Fra i più importanti va annoverato quello con PDF (Progetto Domenico Formichetti), per il quale Mario ha creato video promozionali, perfetti per capire alcuni dei temi ricorrenti nelle sue opere: il primo mostra le riprese ultra editate di un fashion show andato in scena a Milano il 17 gennaio 2024, intitolato ‘Break the Wall – United Show’, mentre il secondo promuove la linea nata dalla collaborazione PDF x Dainese.
Le immagini di entrambi sono stroboscopiche, montate alla velocità della luce, contornate da colori neon e ricche di distorsioni video, spezzate in diverse sezioni dello schermo contemporaneamente.


Il risultato fa pensare a come sarebbe il feroce zapping su un televisore a tubo catodico, il bricolage di numerosi nastri video attaccati l’uno all’altro.
Sia il fashion show che il video promozionale rimandano inoltre ad un’estetica classicamente videoludica:
lo split-screen in primis, i colori sparati, i continui stimoli visivi sono propri del linguaggio nato con Pong e arrivato fino a oggi.


Sempre questa linea d’ispirazione riemerge nel video diretto da Mario per Dagoos intitolato ‘rrrunnin’’, ad accompagnare l’omonima canzone: qui il cantante e protagonista si seleziona come personaggio all’interno di un videogioco e comincia a giocare con l’avatar di sé stesso.
Pare quindi chiaro che il desiderio di fuga che Mario Tedesco ha confessato circa il suo trasferimento a Milano abbia trovato espressione anche nella sua arte: non c’è nulla di più esemplare dei mondi virtuali per sfuggire a quello reale, e pare evidente che Mario avesse il profondo desiderio di creare per sé e per il suo estro un nuovo spazio.

Ma oltre allo spazio, il videomaker è chiaramente interessato anche ad il tempo: tutti i suoi progetti hanno in qualche modo a che fare con la manipolazione temporale, a partire dalle vistose accelerazioni usate di frequente, che accorciano o dilatano il video a piacimento, il look è inoltre fortemente ispirato ai video anni ’90; per stessa ammissione di Mario fra i suoi maggiori punti di riferimento c’è A$AP Rocky, i cui video musicali sono ricchi di effetti e rimandi all’estetica delle videocassette.

Questa stessa visione del mondo, fatto di luoghi e periodi asincroni al nostro, ritorna prepotentemente anche nel primo progetto totalmente originale curato da Mario Tedesco, ‘Medley’, cortometraggio scritto e girato da lui per il quale ha anche curato le musiche, proiettato in anteprima al Limen Salerno Festival il 28 giugno 2024.
Qui due giovani, un ragazzo e una ragazza, separati fisicamente ed in comunicazione telefonica, affrontano le proprie memorie. Ancora una volta, all’autore interessano luoghi remoti e tempi rimossi, la dimensione della separazione nello spazio e dell’esplorazione del passato.

Eppure Mario Tedesco ha tutto da aspettarsi per ciò che deve ancora venire: oltre a far parte del collettivo GGSWRLD, pronto a lanciare nuovi progetti, tra cui appunto ‘Medley’, ancora inedito.
Con la sua attuale vita a Milano, le possibilità e le prospettive sembrano poi infinite, in uno spazio diverso da quello che si è lasciato alle spalle e in un tempo senza limiti come è l’immediato futuro.





