Mirko Salciarini: una visione in evoluzione

Dalla scena musicale, al cortometraggio, alla realizzazione della docuserie Rai ‘Drugs’: l’esperienza poliedrica del giovane direttore della fotografia

Spesso non si sa dove possa portare intraprendere un percorso artistico e lavorativo incentrato sulle proprie inclinazioni e interessi. Ma nell’esperienza di Mirko Salciarini la sua passione è di certo rimasta quella costante che lo ha stimolato a una continua evoluzione e a un accrescimento costante dei suoi progetti. A ventotto anni il giovane direttore della fotografia e regista in fieri vanta un carnet di lavori con nomi consolidati nella scena musicale italiana, fra cui Mace, Ernia e Tropico. La sua esperienza non si limita però alla sfera musicale: a partire dagli anni della scuola ha partecipato alla realizzazione di una consistente serie di cortometraggi – alcuni premiati – fino al suo progetto più recente: la docuserie ‘Drugs’, in esclusiva su RaiPlay.

Mirko Salciarini.

Salciarini inizia il suo percorso studiando comunicazione visiva alle scuole superiori. Sperimentare come videomaker nella sua città natale è lo step successivo: videoclip e visuals, format base nell’ambito musicale, si riveleranno validi fondamenti nella formazione del regista e sono tutt’ora parte integrante della sua produzione artistica. Sin dalle prime esperienze come direttore della fotografia traspaiono tratti stilistici che, pur con l’evolversi del senso estetico e dei generi e temi affrontati dall’autore, possono dirsi caratteristici: luci carminie e toni cupi che accompagnano focus intensi sugli indizi dati dalla gestualità e dai dettagli, vengono saltuariamente sostituiti da inquadrature di più ampio respiro coadiuvate da colori tenui, a richiamare alternativamente un senso di pace o distacco.

Frame tratto da un video musicale per Tropico Petrella girato da Mirko Salciarini.

In parallelo ad una crescente notorietà nel mondo musicale, si sviluppa in Mirko una forte attrazione per il cinema e la sfera pubblicitaria che lo spinge a mettersi in gioco anche in questo settore. La sceneggiatura è il primo ambito a cui si approccia, mediante un corso all’Accademia di Cinema Renoir a Roma. È proprio nel periodo romano che il regista comasco vince il concorso itinerante ‘Cinemadamare’ e ottiene una borsa di studio che lo porta alla Prague Film School, dove l’interesse per gli aspetti fotografici si acuisce e sfocia in una successiva laurea al Centro Sperimentale di Milano. In riferimento al proprio percorso accademico, il neolaureato direttore della fotografia esalta l’importanza della collaborazione e vicendevole sostegno tra i numerosi componenti del team nella realizzazione di un progetto audiovisivo.

Nel periodo conclusivo degli studi avviene per Salciarini la scoperta di una nuova realtà. Grazie ad un piccolo documentario girato in carcere – insieme al professore Fabio Ilacqua, con cui codirigerà la neoprodotta serie Rai – inizia a ricercare familiarità con le realtà nascoste nella prospettiva individuale, specialmente legate a tematiche sociali di profondo rilievo. Dal razzismo nel cortometraggio ‘Articolo 10 bis’ del 2019, ispirato all’omonimo articolo tratto dal Testo unico sull’immigrazione, alla solitaria e semplice ma profondamente affettiva dimensione sociale rappresentata in ‘Claudio’, short documentary del 2020, Mirko, guadagnatosi il titolo di regista, inizia a spaziare liberamente nell’universo personale dei soggetti delle proprie produzioni.

Frame tratto dalla serie ‘Drugs’.

Seguendo questo principio si dedica alla coproduzione di Drugs, una docuserie dal titolo autoesplicativo, disponibile su RaiPlay dal 29 settembre 2022. Otto puntate monotematiche, facce dello stesso dado poliedrico, compongono un’opera finita che in ogni aspetto della sua realizzazione avvicina il fruitore al solo in apparenza elementare sviluppo di una dipendenza patologica. Una dimensone turbolenta, che spesso porta a confondere comunità e solitudine, narrata attraverso le parole di chi ne ha fatto esperienza in prima persona. Sostanze psicotrope, alcol, smart drugs, dipendenze comportamentali e tecnologiche sono dipinte attraverso monologhi incisivi, accompagnati da un’architettura visiva della quale editing e fotografia sono i punti di forza. Intrecci di rapporti umani e sensazioni intense filtrate dall’assuefazione, in un teatro di quotidianità e normalità dove bene si mimetizzano e dilagano. 

La caratterizzazione delle diverse atmosfere avviene grazie a studiati accorgimenti visivi: volatili immagini di luci al neon di slot machine e discoteche, attimi bui e opachi di disorientamento o disagio che si contrappongono ai luminosi e più caldi toni destinati ai luoghi familiari. Anche la gestualità occupa una parte importante della narrazione, principalmente attraverso primi piani, inducendo lo spettatore a notare mani perfettamente immobili nell’atto di bruciare qualche grammo di eroina, o i rapidi movimenti di un’occhio, a indicare gli acuti riflessi del videogamer. 

Frame tratto dalla serie ‘Drugs’.

Drugs, riuscitissimo progetto collaborativo, è sicuramente uno step importante nel percorso di Salciarini, ma non costituisce la sua opera finale. Attualmente sta collaborando alla realizzazione di due film e ha recentemente concluso un’arricchente avventura a tema musicale con Alessandro Martire. 

Entusiasmo, spiccata sensibilità compositiva e visione fotografica sono le caratteristiche vincenti di un talento come Mirko Salciarini, che gli hanno permesso di intraprendere un processo di continua crescita e che gli apriranno le porte a un avvenire professionale più che promettente.

Frame tratto dalla serie ‘Drugs’.

About Author /

Matilde Mazzi nasce a Modena a inizio millennio. Attualmente studia al Politecnico di Torino, dove si interessa di struttura e proprietà dei materiali. Crede nell’equilibrio fra arti e scienza: coltiva deditamente la passione per letteratura, cinema e arti visive, pur essendo decisa a proseguire con studi di carattere ingegneristico. Una breve esperienza lavorativa in Olanda le ha permesso di avvicinarsi all’ambito della comunicazione nel campo dell’arte, che ha scoperto non voler abbandonare. Amante del soul e di Hermann Hesse, è facilmente incuriosita dall’immagine che l’uomo prova a dare di sé e dei suoi simili.

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