Time Is Up If You Give Up
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Francesco Ferranti e le sue riflessioni
Il tempo è finito se ti arrendi. La tematica di questo numero di Not Yet mi ha fatto riflettere sul valore della resilienza, sull’urgenza di alimentare una coscienza collettiva e di fare rete contro una società ostile e violenta, di rispondere con l’amore e la bellezza all’odio che riceviamo.
La società eteropatriarcale dal “colletto bianco” continua a silenziare le minoranze, fomentando retoriche omolesbitransfobiche, sessiste, razziste e abiliste. Non solo in Italia ovviamente, ma vedere le immagini imbarazzanti dell’affossamento in Senato del DDL Zan è stata un’ulteriore conferma di come la discriminazione sia un problema esistente quanto quello dell’esaltazione all’odio.
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Una scena raccapricciante vedere il parlamento esultare al pari di una curva di ultras. E, seppure questo ci ha feriti, ha anche profondamente smosso le nostre consapevolezze ed è per questo che oggi, in noi, si accende una nuova speranza che brilla di luce propria. Il lume della resilienza di chi sa che non ci si può arrendere.
È da qui che vogliamo ripartire per continuare a brillare, sempre di più.
Il buio tunnel che è durato troppi anni e che purtroppo dura ancora lascia finalmente intravedere una soffusa e debole luce, rimasta silenziosamente spenta troppo a lungo.
Per questo motivo continuare a resistere e valorizzare le nostre voci è il main topic di cui parliamo in questo issue, piuttosto che continuare a sottolineare le sconfitte causate dalla vigliacca e goliardica pagliacciata del 27 Ottobre 2021. Per noi è questo l’importante. Ogni piccolo passo in avanti va celebrato e oggi possiamo urlarlo. Anzi, dobbiamo, perché noi siamo qui e non per arrenderci.
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Una società civile così come qualsiasi collettività ha il sistemico obbligo di limitare e cercar di sopprimere ogni forma di repressione e odio e questo deve essere fatto alla radice attraverso una buona educazione al linguaggio e alla parità di genere data e dettata dalla propria classe politica, dai soggetti scolastici ed infine da parte di ognuno di noi. Siamo tutt* responsabili, come una squadra.
Come persone marginalizzate dobbiamo continuare a far sentire la nostra voce, in piazza, online e nella vita di tutti i giorni. Bisogna inoltre ricordare che la lotta deve essere intersezionale, cioè tenere conto di tutte le forme di discriminazione e dei livelli di privilegio che ogni persona ha.
I corpi queer sono corpi intrinsecamente dissidenti come anche i corpi trans, razzializzati, disabili, non conformi: sono corpi che sfidano i canoni di una cultura vecchia e patriarcale. L’inclusività, così come l’accessibilità, significa quindi rendere la società in cui viviamo pienamente fruibile da qualunque persona: una società in cui non siamo dei tokens o bollini per campagne di marketing ma parte integrante di un’unica realtà, quella dei diritti. Per tutt*.
Non esistiamo solo durante il mese del Pride e per noi ogni giorno è il momento di ‘Black Lives Matter’. Our voices matter!
– Francesco Ferranti
In questo numero troverete molti esempi di come si possa usare la propria voce a favore della lotta contro le discriminazioni e gli stereotipi, dal progetto fotografico di Giulio Favotto focalizzato sull’accoglienza ai migranti e contro il razzismo fino ai collage femministi di Ella Jazz, passando dalla storia di Jasmains Paris e la sua lotta per l’inclusività a quella del cantante queer Ethan Lara.
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“You can’t f**k with us, we will make our voices louder and louder. We are resilient human beings and we’ll always fight for our rights and for those who are more marginalised!”
– Francesco Ferranti