Not Yet issue #9: out now

Un tema ossessionante, più che mai nell’era della tecnologia e dei social, è il protagonista dell’issue #9 di Not Yet: il corpo. 

In questi anni, segnati da tensioni geopolitiche, rivoluzioni di genere e mutazioni digitali, il corpo umano è tra i principali argomenti al centro della riflessione globale. Non solo come oggetto di rappresentazione artistica, ma come nodo cruciale del dibattito sociale, politico e scientifico.

I corpi vengono ridefiniti continuamente: dalle AI generative alle biotecnologie, dai filtri alla chirurgia estetica. Vengono aumentati, sorvegliati, mercificati. Eppure, c’è un corpo che resiste, che danza, che si espone, che rivendica la propria presenza, come accade nelle performance della ballerina Carola Puddu, che lo rende il voce, gesto, narrazione e condivisione.

Cover issue #9: Alina Abdullahi fotografata da Simran Kaur per Not Yet Magazine.

Lo osserviamo poi attraverso la fotografia viscerale e intima di Harriett Beth, Valentina Sergi, Valeria Ciardulli, Benedetta Cari, dove il corpo si mostra fuori norma, fuori forma, fuori scena. 

Il corpo è ovunque: smembrato, ricomposto, decontestualizzato, glorificato. Lo vediamo nelle sculture di gommapiuma dal sapore classicistico di Etienne Gros, dove busti privi di arti e capo diventano il mezzo per trasmettere emozioni; o nelle stravaganti miniature di corpi umani in argilla polimerica di Frode Bolhuis; oppure nel body painting immersivo di Francisca Sandmann, in cui la pelle diventa espansione dell’opera iniziata su tela.

Anche nei cortometraggi di Antonio Vasaturo e Alessandro Rocca centrale è la relazione con il corpo, che induce ad un’autovalutazione ed accettazione di sé. 

Parlare di corpo oggi significa interrogare i limiti dell’identità e i nuovi equilibri tra naturale e artificiale, come avviene nei gioielli di Demetra Milano, accessori sinuosi che abbracciano la carne per valorizzare le forme naturali ed esaltare la personalità di chi li indossa. Le fattezze umane dilagano addirittura oltre l’individuo negli oggetti di design di Barbora Žilinskaitė che imitano i corpi nelle forme e attraverso linee, texture e volumi restituiscono la complessità degli stati d’animo.

Questo numero è un sentiero costellato di corpi che parlano. E se li ascoltiamo bene, dicono tutto.


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About Author /

Carlotta Barbari nasce a Modena nel febbraio 1996. Si laurea, nel 2018, in Lettere Moderne presso l'Università di Bologna e nel 2021 consegue la laurea magistrale in Italianistica. Ha una profonda passione per la letteratura, associata ad un’interesse per la psicanalisi e per le scienze linguistiche. In lei convive un’inclinazione personale e professionale volta alla ricerca di un contatto con le diversità culturali: prosegue dunque gli studi nell’ambito della glottodidattica e dell’insegnamento linguistico rivolto agli stranieri.

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