Art

Emily Hana: il lato scultoreo di una pittura che abita lo spazio

Le opere pittoriche dell’artista australiana che diventano un dialogo tra intimità e materia

Introspezione e intimità sono temi che sono al centro del lavoro di Emily Hana. Nata a Tokyo, l’artista australiana gioca con la natura trasformativa della luce per mostrare la nostra percezione dello spazio, l’isolamento e la relazione con le forme scultoree e tridimensionali.

Il suo lavoro è stato esposto in tutto il mondo, inclusa la Royal British Arts Rising Stars Exhibition a Mayfair, e l’artista è stata selezionata per la borsa di studio RBA Rome Scholarship.
Nel 2024, Hana è stata premiata come una delle prime dieci finaliste per il prestigioso Dubel Prize.

Kika, Oil on Sculptural Wood, 110 x 170 x 10 cm

Dopo aver conseguito la laurea in Educazione Artistica presso il College of Fine Arts di Sydney, Hana ha iniziato a plasmare la sua identità artistica trasformando le sue esperienze personali in pratica creativa.

Un cambiamento fondamentale nel suo percorso artistico è avvenuto durante il suo incarico come stampatrice senior presso Thumbprint Editions, dove ha scoperto l’amore per la pittura.

È stato mentre lavorava al fianco del rinomato artista Harland Miller che ha iniziato a esplorare questo mezzo e da allora ha ampliato il suo lavoro, integrando strutture sperimentali e scultoree con la pratica pittorica. 

Different trains, Oil on Sculptural Wood
Different trains, Oil on Sculptural Wood
Different trains, Oil on Sculptural Wood

Come pittrice non ha paura di sfidare il terreno stesso su cui lavora: la sua tela. Invece di dipingere su una superficie liscia e piatta, il punto di partenza più convenzionale per molti artisti che usano la pittura come mezzo, Hana si scolpisce la sua strada.

Solita a ricercare oggetti scartati e raccogliere materiali, li trasforma poi nella sua tela, dando vita a opere che esistono in tre dimensioni, creando texture, strati e una percezione scultorea completamente nuova della pittura. La sua arte non risulta una dichiarazione, ma una conversazione.

Faith and Pain, Oil on Sculptural Wood, 110 x 700 x 10 cm
Faith and Pain, Oil on Sculptural Wood, 110 x 700 x 10 cm

L’osservatore è invitato e incoraggiato a considerare il ruolo del dipinto come qualcosa di fisico che abita uno spazio, dunque, a camminare intorno all’opera, a considerarla da tutte le angolazioni, a guardarla da un po’ più vicino e porsi dei quesiti: “Cambia?“ “Si trasformerà?“ “Cosa mi dirà?”.

Gli arti fratturati che appaiono nell’abisso di ‘Changeling’, o il soggetto senza testa che si piega in un’assenza di spazio sulla tela di ‘Inwards’: queste figure parlano, distese sulla tela astratta. Sono resti, trasformati in dialogo personale.

Il processo di Hana di scartare i materiali artistici tradizionali – inizialmente reso necessario dai costi proibitivi -, diventa un faro che illumina il limite del mezzo e mostra come possa essere spinto in un altro regno del tutto. Hana trasgredisce le restrizioni dell’ambiente circostante: rivendicando, rielaborando e rimodellando le forme trovate fino a quando non diventano sue. 

COMFORT, Oil on Sculptural Wood, 94 x 122 x 18cm
COMFORT, Oil on Sculptural Wood, 94 x 122 x 18cm

Il desiderio di connessione umana è forse meglio esemplificato nell’attuale serie dell’artista: ‘The Hugging Machine’. Ispirata a una sua invenzione d’infanzia, un meccanismo costruito con cuscini e guanti progettato per alleviare la solitudine, questa nuova opera esplora il ruolo che l’intelligenza artificiale svolge nel tentativo di riempire il ruolo dell’intimità umana.

L’artista descrive questa necessità di contatto fisico come una “fame di pelle”. Sulla scia della pandemia, la giustapposizione tra desiderio di connessione e una soluzione generata artificialmente sembra ancora più pertinente. Hana indaga l’effetto di questa nuova tecnologia attraverso l’uso di immagini generate dall’AI insieme a pittura e scultura.

INFINITE INTIMATE, Oil on Sculptural Wood, 153 x 95 x 19cm

La simbiosi tra l’artificiale e l’umano mette in moto un dialogo affascinante e continuo tra queste due forze apparentemente opposte. Combinandoli nel suo lavoro, Hana confonde il confine tra realtà e mondo digitale. ‘The Hugging Machine’ è un’opera che sfida e dipana il delicato equilibrio tra come ci sentiamo, cosa desideriamo e il modo in cui lo relazioniamo al mondo in cui viviamo.

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