Emma De La Laine: anatomie tessili tra moda e scultura
L’artista multidisciplinare che reinterpreta il corpo umano attraverso la tecnica dell’infeltrimento ad ago


Il corpo umano non è soltanto ispirazione ma diventa materia viva nelle mani di Emma DuBois, conosciuta come Emma De La Laine: fashion designer, scultrice, pittrice, poetessa franco-anglo-canadese-americana che, con la lana, ha dato vita a un guardaroba anatomico.
Cresciuta nella parte occidentale dello stato di New York, dove ha studiato da casa, Emma inizia a esplorare l’arte dell’infeltrimento ad ago all’età di dodici anni, dopo aver ricevuto un kit in regalo dalla madre.
Da quel momento la sperimentazione diventa parte integrante del suo percorso: crea, sbaglia, riprova, legge manuali, osserva materiali e testa le infinite possibilità di una tecnica che oggi è diventata la cifra più riconoscibile del suo lavoro.
La sua formazione alla National Theatre School of Canada in scenografia e costume le ha poi permesso di trasferire questa manualità in una dimensione performativa, creando abiti che sono a tutti gli effetti installazioni da indossare.


I suoi capi – spesso realizzati su base vintage – sono adornati con cuori, gabbie toraciche, polmoni, vene e vertebre.
Felpe, maglioni, t-shirt, ma anche accessori come borse e orecchini creati interamente in feltro, su cui vengono riprodotti organi interni con una precisione che dialoga costantemente con l’arte scultorea.
Il suo è un universo in cui vene e costole si intrecciano a fibre colorate, e in cui ogni capo è una sorta di organismo vivente, pronto a raccontare una storia.


Il progetto più ambizioso a cui sta attualmente lavorando è un completo anatomico composto da vari pezzi: una t-shirt con cuore e polmoni, una giacca con la cassa toracica, pantaloni con scheletro ricamato, una borsa a forma di cuore, e infine guanti e scarpe completi di ossa e muscoli.
Afferma anche di avere in programma un berretto a forma di cervello ma che ancora non è sicura di come sarà, infatti a volte non può sapere se un progetto è fattibile finché non lo prova.


Alcuni elementi di questo look sono stati realizzati da zero, altri sono frutto di una lunga ricerca nei negozi dell’usato di Montréal.
A rendere tutto ancora più interessante è il fatto che Emma ha deciso di documentare ogni fase del processo con video tutorial, mostrando in tempo reale non solo il risultato finale ma anche il percorso, le incertezze e i tentativi.
Questo suo approccio sperimentale, fatto di tentativi e piccoli fallimenti dichiarati, è parte essenziale del suo linguaggio. Non si tratta di perfezione ma di esplorazione, di processo, di intuizioni da trasformare in materia.
Ogni nuova creazione è anche una sfida tecnica: non ha mai realizzato scarpe né stampato su tessuti prima d’ora, ma ha scelto di farlo comunque, imparando mentre crea.


Accanto alla sua indagine sul corpo, nei suoi abiti compaiono anche animali o figure fantastiche come draghi o donne simili a fate e sirene.
È un immaginario stratificato dove la biologia incontra la fiaba e l’indumento diventa mezzo per raccontare chi siamo dentro, letteralmente.




Oltre alla sua attività nel campo della moda, l’artista realizza sculture in argilla, lana e legno, che spesso richiamano le stesse figure che troviamo impresse sui suoi capi: principalmente parti del corpo come cuori, cervelli e occhi, ma anche animali quali volpi, gatti, api e bruchi, o infine strumenti musicali, funghi, pannocchie e tanto altro.



Per Emma il corpo è sempre al centro: non come involucro, ma come spazio creativo, come luogo da esplorare, modellare, reinventare. Un corpo che si abita, ma che si può anche immaginare, scolpire, e perfino ricamare.




