Expressing the self

Necessità di rappresentazione, genere ed erotismo attraverso lo sguardo di Not Yet Magazine

Nell’intimità di due appartamenti nel centro di Milano, Not Yet Magazine ha scelto di esplorare la necessità di rappresentazione intrinseca dell’essere umano.

Attraverso la stretta collaborazione dell’art director e stylist Linda La Cayenne e del fotografo Filippo Florindo con alcune personalità appartenenti alla comunità LGBTQIA+, questo editoriale dà voce ad una serie di riflessioni che hanno bisogno di assumere una forma concreta. Le storie di ogni modell*, ciascuna così diversa e personale, aprono la strada ad un dialogo sul genere che non si ferma alla mera affermazione dell’esistenza della diversità, ma considera temi che vanno dall’utilizzo delle etichette alle scelte riguardanti il proprio corpo. 

In questo contesto trovano spazio il lavoro della truccatrice Rebecca Tassi – in arte Medusa – la cui opera artistica si basa proprio sull’eliminazione dei confini tra le varie discipline per mescolare tutto ciò che entra spontaneamente a far parte della sua personalità, del modello e make-up artist Stefano Laisa e, infine, del video maker Jacopo Todorov che collabora a stretto contatto con i suoi soggetti per comprenderne dettagli e sfumature che possano ampliare la sua visione, attraverso il racconto di storie che non sono soltanto le sue. 

I protagonisti di questo shooting ci hanno raccontato le loro storie, i loro percorsi e obiettivi, dai quali è stato possibile estrapolare un desiderio che accomuna tutti: rendersi visibili al mondo. Alcuni di loro sono coinvolti in progetti che hanno l’obiettivo di aprire la mente a una diversa visione del genere, come André Marcus Koba, attualmente impegnat* nella stesura di una trilogia che sfrutta le basi della scrittura fantasy per distaccarsi dai luoghi comuni riguardo il genere stesso. 

Ian Massaro, pittore, tattoo-artist e modello di Milano, ci ha raccontato il significato della sua arte: “Ho sempre desiderato osservare dei dipinti e riuscire a sentirmene parte. I miei dipinti sono tante emozioni, tanti momenti e tanti pensieri sospirati fra i denti”. Ian definisce la sua opera come “arte fluida”, strumento fondamentale per l’esplorazione di se stesso. 

Ian Massaro
André Marcus Koba

Per Dani Marie Bordignon, la ricerca e la scoperta della propria identità è passata attraverso la moda e il make-up: giovane studentessa di styling e comunicazione alla NABA, è impegnata nel progetto AMEn, che consiste in serate ricche di performance drag e queer create insieme al suo collettivo e ospitate presso il Tempio del Futuro Perduto, sempre a Milano. 

Anche per Barba Killer, pseudonimo di Cristina Veizaj, l’arte ha rappresentato la spinta tramite cui dare sfogo al proprio io. Nella drag art ha trovato uno strumento sicuro attraverso il quale esprimere la propria identità di genere, così come La Trape, “una strega contemporanea, che incanta i passanti con la sua eccessiva sessualità ma anche con un sottofondo di tristezza e malinconia”

La Trape
Dani Marie Bordignon
Barba Killer

“Trovo che non esista un modo universale di esprimere il proprio genere e non ho mai sentito come necessario scindere il genere espresso da quello assegnato”.

– Lorenzo Rakish

Sono le parole di Lorenzo Rakish (modello e futuro psicologo), rappresentative di come l’utilizzo di etichette e la necessità di inserirsi in una categoria di persone sia tanto necessario quanto difficile e spesso fuorviante. 

Gli stereotipi legati al genere fanno spesso sì che un determinato orientamento venga attribuito al modo di vestirsi e utilizzare il proprio corpo, al di là di quelle che sono le caratteristiche intrinseche di una individuo. È per questo che la volontà di attribuire un’etichetta alla propria identità deve rimanere estremamente personale e può provenire soltanto da noi stessi. Da questo punto di vista è esemplare il percorso di Iris Spatola, che ha scelto di non lasciare da parte il termine “trans” per definirsi – a differenza di quella che potrebbe essere la volontà di altre donne come lei – perché ritiene necessario ricordare, anche se solo a se stessa, il percorso che l’ha portata a essere chi è ora.

Marco Vidale
Lorenzo Rakish

D’altronde, il corpo è proprio e di nessun altro e molto spesso diventa strumento politico, proprio come ci ha raccontato Edoardo Marreu – in arte Venere Bionda – parlando della sua infanzia:

“Per me tenere i capelli lunghi era a tutti gli effetti un atto di muta resistenza. È da questo atto di resistenza che, a posteriori, ho capito che il corpo è politico. Ognuno di noi attraverso l’espressione del proprio corpo esprime la propria esistenza e, se viviamo in un modo vincolato a leggi binarie, far entrare in scena un corpo non conforme è già di per sé un’azione politica”.

– Edoardo Marreu (“Venere Bionda”)
Edoardo Marreu (“Venere Bionda”)
Iris Spatola

Gli scatti che Filippo Florindo ha realizzato riescono perfettamente a racchiudere i valori che i protagonisti di questo editoriale vogliono trasmettere, facendosi largo tra le mura di un appartamento per entrare in uno spazio in cui le personalità di ogni modell* si esprimono liberamente.

Ciascun* di loro, attraverso pose, sguardi, oggetti e interazioni insieme allo styling e alla direzione artistica di Linda La Cayenne, fanno trasparire il proprio modo di interpretare la sessualità e l’erotismo, tema centrale dell’issue. Ecco il fine ultimo di questo servizio: riunire insieme persone che, nell’essere estremamente diverse tra loro, simboleggiano il desiderio di esprimere liberamente la loro interiorità, senza giudizi, categorizzazioni o imposizioni. 

Nasty
Stefano Laisa

Editors: @maxbrtl_@pitbrtl_
Art Director and Stylist @lacayenneisbad
Photographer: @philflorindo
Videomaker: @___tods
Photography Assistant: @ph.avofresh
Make Up: @xmedusax & @1800nymph0
Models: @barba_killer, @la_trape, @truevenerebionda, @_marcovidale, @transylvanityy, @1800nymph0, @welcometomydollhouse, @ian.alieno, @rakish.corpse, @mareboschiero, @diednastyyy, @tryshatrashy

Nata a Modena nel 2001, dall’età di sei anni studia danza classica e contemporanea, delle quali tutt'ora è appassionata. Studiando la storia della danza inizia a conoscere le relazioni tra danza e moda, coinvolgendosi al punto di iscriversi al corso di Comunicazione e Nuovi Media della Moda presso l’università IUAV di Venezia.

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