Filippo De Carli, da Cinecittà ad Hollywood 

Esploriamo la carriera del giovane attore che ha saputo conquistarci grazie alla sua spontaneità e umorismo 

Pochi mesi fa abbiamo visto debuttare sul set hollywoodiano di ‘House of Gucci’ un giovane attore italiano che, grazie al suo talento, umiltà e naturalezza, aveva conquistato il pubblico del Bel Paese già da qualche anno. 

Stiamo parlando di Filippo De Carli, che appena venticinquenne può comunque vantare una ricca filmografia alle spalle che non l’ha portato solo al cinema ma anche su piattaforme streaming come Netfilx con ‘Guida Astrologica per Cuori Infranti’ o in televisione con ‘Tutto può succedere’, per citare alcuni dei suoi svariati lavori.

Dietro all’attore si nasconde però un giovane ragazzo come tanti altri, con un carattere solare, ambizione da vendere e a cui, in realtà, succedono cose estremamente normali. Come quella volta che, dopo la pausa pranzo sul set, gli era rimasto un pezzo di insalata tra i denti. Neanche da dire, da quell’episodio Filippo ha sempre portato lo spazzolino a lavoro. 

Filippo De Carli

È proprio per questo che abbiamo deciso di intervistarlo: per capire come si sia evoluta la sua vita e con essa la sua carriera, e infine, quali siano i suoi reali sogni e ambizioni. 

Filippo De Carli as Filippo in ‘La felicità è un sistema complesso’.

Com’è stata la tua prima esperienza lavorativa sul set e come ti senti ora a ripensarci? La recitazione era una passione che coltivavi già da tempo? 

In realtà non era nei mie piani, nonostante sia sempre stato un ragazzo estroverso a cui piaceva interpretare un ruolo. Pensa che a sedici anni andavo in giro vestito vestito come un cowboy, con stivali veri e la pistola! Tuttavia non ero mai stato realmente interessato a questo campo lavorativo, è stato casuale: un’amica di mia madre lavorava come casting director per una produzione del regista Gianni Zanasi e ha pensato che potessi essere adeguato al ruolo, così ho provato e sorprendentemente sono stato preso.
Era la mia prima esperienza sul set, nei panni dell’omonimo Filippo nel film ‘La felicità è un sistema complesso’. Avevo appena compiuto diciassette anni quando scoprii di essere stato preso, all’epoca ero molto più inconsapevole rispetto a come sono adesso, non avevo nemmeno mai letto una sceneggiatura. Zanasi non me le forniva, leggevo solo la parte interessata prima di andare sul set e poi ero libero di improvvisare come meglio credevo il sunto delle battute. Da questo punto di vista sicuramente è stato fondamentale il supporto dei professionisti che mi hanno affiancato come Valerio Mastandrea, per citarne uno.
Ricordo l’esperienza con grande affetto, mi sono divertito tanto ed è da qui che è nata la passione per il lavoro che faccio!

Filippo De Carli as Giorgio, Claudia Gusmano as Alice in episode 202 of ‘Guida Astrologica Per Cuori Infranti’. Cr. Lucia Iuorio/Netflix © 2022

Cos’è cambiato dall’inizio della tua carriera? Ti senti diverso?

Mi sento sicuramente diverso da quando ho iniziato ma non penso sia strettamente legato al mio sviluppo lavorativo. Nonostante sia certamente un lavoro che ti porta a scavare dentro di te, ad esplorare i labirinti di cui siamo composti, non penso che sia il vero motore del mio cambiamento. Credo piuttosto che le persone siano in costante evoluzione. Che la vita e le esperienze, vuoi o non vuoi, ti cambiano permettendoti però di crescere e maturare.

Filippo De Carli al Festival di Venezia.

Che rapporto hai con la tua città di origine? È cambiato qualcosa?

Trento è una città a cui sono fortemente legato, ci sono i miei amici e la mia famiglia con cui ho un bellissimo legame. Sicuramente trasferendomi a Roma ho abbandonato una parte della mia quotidianità ma non è stato un cambiamento negativo. Ho perso tanti legami ma mantenuti altrettanti e torno sempre volentieri a Trento per ricaricarmi e prendere una pausa dalla frenesia di Roma.

Credi che il mondo del cinema si stia evolvendo? Ritieni che ci sia più spazio per i giovani attori rispetto a come poteva essere anni fa?

Sicuramente grazie al mondo dei social in un certo senso potremo essere avvantaggiati: è semplice mettersi in mostra e bene o male tutti siamo esposti. Tuttavia credo che non sia così semplice fare della recitazione il proprio lavoro… Io sono frutto di una casualità ,ma  penso che dipenda da situazione a situazione. Purtroppo è sempre stato un ambiente in cui è difficile affermarsi, per legge di mercato viene sempre preferito un professionista già avviato ma questo non toglie che se davvero vuoi inserirti ci siano tutte le possibilità per farlo. Bisogna avere tanta determinazione.

Perciò cosa consiglieresti ad un giovane che vuole intraprendere questa carriera?

Per entrare in questo ambiente secondo me è importante leggere, guardare tanti film e lasciarsi ispirare. È un sistema governato anche dalle conoscenze perciò mi sentirei di consigliare di cercare occasioni come masterclass e workshop per fare più conoscenze possibili. È proprio dagli incontri che si sviluppano le dinamiche giuste. Personalmente credo molto nella potenza degli incontri, nel confrontarsi e parlare con persone diverse…forse fa parte anche di me, mi è sempre piaciuto conoscere gente nuova e sono sempre stato affascinato dagli esseri umani.
Poi ovviamente penso che anche entrare in una delle diverse accademie prestigiose che abbiamo in Italia sia di grande aiuto.

Proiettandoci al futuro, in quale genere ti piacerebbe recitare?

Mi piacerebbe molte recitare in un film in costume, da un medievale ad un western, mi piace l’idea di entrare completamente in un altro mondo. Però forse più che sul genere ho ambizione sul personaggio: vorrei interpretare un ruolo completamente diverso da chi sono io. Si tratterebbe di una sfida ma sarebbe sicuramente una sfida costruttiva.

Hai altre passioni al di fuori del cinema? 

La musica. È una parte fondamentale della mia vita. Ho suonato per tanti anni il sassofono e ora invece suono la chitarra. Sto iniziando a valutare anche di farlo diventare qualcosa di più serio che una sola passione ma ancora non voglio sbilanciarmi troppo.

“Forse avrei potuto chiedere consiglio a Lady Gaga ma quando ho avuto occasione di conoscerla ero troppo agitato per pensarci!” (conclude ridendo)

– Filippo De Carli
Locandina ‘House of Gucci’

A proposito, com’è stato lavorare sul set di House of Gucci? 

È stata sicuramente un’esperienza unica, me la porterò dentro per sempre nonostante avessi un ruolo davvero piccolo. Sul set hollywoodiano ho notato una professionalità strabiliante. Lady Gaga, per esempio, era sempre nel personaggio e le scene venivano girate con quattro camere da ripresa. È stata un occasione che mi ha permesso di crescere molto.

Stai lavorando a qualcosa al momento?

Sto lavorando ad un film di Zanasi, con il quale ho un bellissimo rapporto d’amicizia… o almeno credo! (ride ancora)
Mi trovo particolarmente bene a lavorare con lui perché quando a dirigerti c’è una persona di cui ti fidi è tutta un’altra storia. Non è semplice tirare fuori parti di te che non sapevi nemmeno di avere – sopratutto quando lo devi fare davanti ad una platea di sconosciuti – ma con Gianni appare tutto più semplice.
Poi sto lavorando anche ad una serie Sky di cui però non posso parlare.

Per concludere, dove e come ti vedi tra dieci anni?

Mi piace immaginarmi a Roma, felice. Non ho grandi obbiettivi legati alla carriera, sono più concentrato sul mio benessere personale al di là del lavoro. Infatti la mia più grande aspirazione è l’armonia e la pace con me stesso. Non voglio sbilanciarmi troppo per il resto, sono una persona intraprendente e pronta ai cambiamenti, mi interessa solo stare bene. 

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Mastria Francesca nasce nell'aprile del 2000 a Modena, con un'innata passione per la scrittura in tutte le sue forme. Attualmente iscritta alla facoltà di Antropologia presso l'università di Bologna, scrive per Not Yet dal luglio 2021 e da giugno 2023 collabora anche con "Il Resto del Carlino" di Modena. Dalla fortissima empatia prende a cuore persone e situazioni, ed il suo desiderio è quello di trasmettere a più lettori possibili tutta la bellezza del mondo, tramite la magia del racconto.

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