Art

La nostra conversazione con il giovane artista contemporaneo Alessandro Malossi

Può una bistecca assumere le forme di una scarpa della Nike? Una pupilla essere a forma di cuore spezzato e un’ostrica avere sul lobo l’orecchino di perla? Nell’arte di Alessandro Malossi, classe 1993, le visioni vanno ben oltre. Questo giovane artista ha fatto della provocazione il suo segno di riconoscimento, dimostrando il coraggio di rischiare che lo ha portato a collaborare con i più grandi marchi del mondo come Nike, Calvin Klein, Trussardi, e celebrità come Aròn Piper per il quale ha curato la cover del singolo ‘Sigo’.

Alessandro, la tua arte trasuda creatività, avanguardismo, provocazione.

Tre termini che credo debbano coesistere in quasi ogni tipo di forma d’arte. Al giorno d’oggi, dove esiste praticamente tutto, bisogna essere davvero scaltri per creare qualcosa che stupisca. Un altro valore da aggiungere credo sia anche una discreta capacità tecnica, o perlomeno una conoscenza degli strumenti che si utilizzano.

Cosa vuoi trasmettere a chi osserva i tuoi lavori?

Amo creare immagini che destabilizzino l’osservatore: in un periodo storico dove viviamo attaccati al telefono scorrendo ripetutamente la home di Instagram, voglio che quando appare un mio artwork sulla schermata ci si fermi ad analizzarlo e comprenderlo.

L’arte ha sempre fatto parte di te? Quando si è trasformata nella tua professione?

Sì, ho sempre sognato di diventare un artista. Mia madre mi rimproverava già da bambino, forse avevo 3 anni, perché disegnavo dinosauri sui muri. Dopo l’università ho iniziato a sfruttare i social nel periodo giusto e a distinguermi per uno stile tutto mio, anche se ci ho messo un po’ a trovarlo. Dal tatuatore al pittore di capi fashion, sono stato un po’ di tutto prima di diventare quello che sono ora. Poi sono stato notato dalla mia attuale galleria, IMAGO Art Gallery di Lugano, e sono entrato a far parte della sua scuderia: da quel momento è diventata una professione.

Ci sono stati momenti difficili, in cui non ti sei sentito supportato?

Io soffro tanto di ansia, le difficoltà le affronto quasi ogni giorno. Sono molto impulsivo e allo stesso tempo perfezionista e le due cose spesso non convivono bene. Grazie al cielo ho sempre avuto supporto da famiglia, amici e colleghi.

Qual è il progetto di cui vai più fiero? Quale quello ‘ancora nel cassetto’?

Sicuramente tutte le esposizioni a cui ho partecipato, tra cui la mostra personale         ReV/Solution attualmente in corso nella mia galleria. Anche la realizzazione della cover per Aròn Piper e le pubblicazioni su magazine come Plastik e Highsnobiety sono stati un vero traguardo. Per quanto riguarda il sogno nel cassetto beh, non he ho uno preciso. Piuttosto sono un tipo che non si accontenta mai: anche se un giorno dovessi lavorare per Rihanna so già che non mi basterebbe.

A cosa credi sia dovuto il tuo successo e dove speri che ti porterà?

Credo sia un buon miscuglio di capacità, furbizia e fortuna. Penso sia necessario saper cogliere il momento giusto per creare opere che facciano riflettere, sfruttare l’hype del momento come si suol dire nel linguaggio milanese. Il mio successo, sarò banale, ma spero mi porti davvero lontano e mi faccia raggiungere traguardi che mi rendano finalmente gratificato.

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Chiara Mastria nasce in provincia di Modena nel novembre del 1988, con un’innata passione per la scrittura e il racconto. Il suo rapporto ultradecennale con il mondo del giornalismo mette radici nella redazione modenese dello storico quotidiano ‘il Resto del Carlino’, per il quale lavora ancora oggi. Giornalista pubblicista, Chiara è anche mamma di due bambini, Emma e Tommaso, che continuano ad alimentare la sua anima da cantastorie.

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