Vintage Mon Amour

Ma anche second hand, capi sostenibili, collezioni che prestano attenzione ai materiali, alla produzione e ai lavoratori.

Rubrica a cura di Ottavia Steffanini


Il mondo sta cambiando (e aggiungiamo pure ‘finalmente’) e con lui il gigantesco settore moda. Ma soprattutto, a cambiare è la testa dei giovani che, sempre in di più, non accettano compromessi nemmeno quando fanno shopping. 

Abbiamo chiesto a Ottavia Steffanini, 18 anni e star nascente di Tik Tok, di condividere con noi alcuni dei suoi consigli legati alla moda sostenibile. 

Tra i suoi cavalli di battaglia c’è il desiderio di raccontare (anzi, smontare) tutti i pregiudizi legati al vintage, spesso usati da chi non vuole ‘sporcarsi le mani’ alla ricerca di qualcosa che non sarebbe solo sostenibile, ma anche unico e inimitabile. Vediamoli insieme:

Punto uno: è anti igienico. “Ma i brand da cui siamo abituati a acquistare quotidianamente – spiega Ottavia – non garantiscono condizioni igienico salutari in tutti gli stabilimenti di produzione”, affermazione avvalorata da immagini di magazzini raccapriccianti. 

Oppure il vintage come ‘soluzione’ per chi ha problemi economici? What!? Chi lo sostiene non ha mai visto Sex and the City. Ed ecco seguire carrellate di foto di superstar hollywoodiane sfoggiare favolosi capi rigorosamente vintage. 

E ancora: la paura di sembrare vestiti con i rispettivi armadi di nonni e nonne. Che dire a questo proposito… seguite Ottavia e non vi capiterà di certo. 

Passando ai problemi reali, Ottavia racconta che molti dei suoi followers lamentano di non riuscire a trovare taglie grandi nell’abbigliamento vintage o second hand. “E quindi – risponde lei – io faccio una ricerca”. In appena venti minuti e con un filtro budget di trenta euro, Ottavia trova decine e decine di opzioni valide su piattaforme come Vinted e Vestiaire Collective, Armadio verde, Two big blondes, The plus bus boutique, Berriez, e sono solo alcuni dei siti selezionati da lei. Assicura: “se in venti minuti ho trovato tutto questo, si può trovare anche molto di più”. 

E poi segue il suggerimento principale: “di base, su tutti i siti di resell online si possono trovare taglie forti perché la maggior parte ha la sezione filtri in cui applicare la taglia che si sta cercando”. Una volta inserita quella, la ricerca diventa più semplice ma non dimentichiamo che, come per tutte le taglie, nel mondo del vintage e del second hand non ci sono scorciatoie: bisogna fare tanta ricerca. Che poi, diciamolo, è anche il suo bello. 

Quando si parla di vintage c’è sempre un tesoro da scoprire e la fatica di trovarlo verrà ripagata dalla soddisfazione di indossarlo. 

Per chi non fosse ancora convinto del potere del vintage e del second hand, ecco una notizia dal mondo dell’economia globale: Kering, la multinazionale del lusso, ha investito in Vestiaire Collective. “Dopo il round dell’anno scorso di 59 milioni di dollari che sono stati investiti dalla stessa azienda nella stessa piattaforma – ci spiega Ottavia -, quest’anno ci ritroviamo ancora qui”. Ricordiamo, per chi non lo sapesse, di chi stiamo parlando: Kering è un gruppo internazionale che opera nel settore del lusso con sede a Parigi. Possiede marchi come Gucci, Yves Saint Laurent, Balenciaga, Alexander McQueen, Bottega Veneta, Boucheron, Brioni, Pomellato. Investendo in Vestiaire collective, il gruppo Kering ha dimostrato di voler incoraggiare modelli di business innovativi e sostenibili dando un segnale molto forte per il settore moda: “Il più grande gruppo di lusso – continua Ottavia – si è reso conto che le cose finalmente stanno cambiando e che i giovani sono molto attratti dalla moda sostenibile. Per chi ha un ottimo intuito per l’economia, il giro d’affari che si svolge intorno al vintage entro il 2025 sarà di circa 60 miliardi: insomma, che questa sia stata una mossa di sostenibilità e non di marketing non siamo sicuri, però sicuramente questo finanziamento permetterà a Vestiaire Collective di arrivare ancora a più persone.

Il primo passo per cambiare è conoscere, quindi direi che sono molto contenta di questo interessamento e si può anche dire che, in questo caso e solo in questo caso, il mezzo giustifica il fine”. 

– Ottavia Steffanini

Seguire Ottavia e la sua rubrica per ‘Not Yet’ significa seguire il cambiamento del mondo della moda, abbracciare la sostenibilità e l’eticità senza rinunciare all’amore per capi unici, iconici, di alta moda. Ma non solo: perché Ottavia ci offre anche tanti tips su materiali, sostenibilità ambientale, paesi di provenienza degli abiti che indossiamo tutti i giorni.

A cosa dobbiamo prestare attenzione? Negli anni abbiamo imparato l’importanza di saper leggere l’etichetta dei cibi che compriamo al supermercato, ma quelle dei vestiti che indossiamo? Cosa dovrebbe essere riportato sull’etichetta di un capo d’abbigliamento? Noi chiediamo e lei, prontamente, risponde: “Oltre al Paese di produzione, che va indagato se fuori dall’Europa e se sono presenti delle certificazioni, bisognerebbe controllare anche il materiale, soprattutto quando il capo è di prima mano. Infatti esistono due tipologie di materiali: le fibre naturali (cotone, canapa, lana) e i materiali che derivano da sinterizzazioni in laboratorio. Ci sono i polimeri naturali, come ad esempio la viscosa, e i polimeri di sostanze chimiche semplici come i poliesteri, i poliammidi e i poliuretani. Ecco, i poliesteri, i poliammidi e i poliuretani vanno evitati perché, oltre ad avere un processo di produzione molto inquinante, durante il lavaggio in lavatrice rilasciano moltissime micro plastiche”. Finita qui? No. “Le micro plastiche che derivano dal lavaggio di poliestere – continua Ottavia – sono circa il 15% delle microplastiche totali presenti nell’oceano, che sono a loro volta causa dell’inquinamento del mare”. Insomma, un circolo vizioso che è decisamente meglio non alimentare. 

Ottavia è questo: moda e ambiente, stile e sostenibilità. Se volete sapere come salvare il mondo acquistando capi unici ed economici, la nostra autrice è la persona giusta da seguire. 

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Ottavia Steffanini, 18 anni e star nascente di Tik Tok, con la sua rubrica 'VINTAGE MON AMOUR' condivide alcuni dei suoi consigli legati alla moda sostenibile. Ottavia si è fatta un nome (e un gran seguito) sulla piattaforma in questione parlando di moda, ambiente, ma soprattutto condividendo consigli su dove acquistare e come riconoscere i capi vintage e second hand, “alternative fighissime al fast fashion”.

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