COVER STORY ISSUE #3: IL BACIO DEL DIAVOLO

Il nostro editoriale volto all’amore libero con Kyshan Wilson e Serena De Ferrari, attrici dell’acclamata serie ‘Mare Fuori’ 

Se il venti luglio stavate scrollando chilometri di feeds, reels o più in generale qualsiasi social sui vostri smartphone, non potete non esservi imbattuti in un video in particolare. Si chiamava: “Napoli, suora divide due ragazze che si baciano”. Un evento tutto racchiuso nel titolo, eppure simbolicamente vasto, condiviso e commentato da numerosi utenti, conduttori televisivi, testate, pagine e telegiornali online. In realtà, non è che un frammento del backstage della copertina di Not Yet, un dietro le quinte imprevedibilmente diventato virale.

È il reportage involontario di ciò che potrebbe accadere quando decidi di mettere in scena un bacio tra due attrici e casualmente qualche suora reazionaria sta passando di lì. I motivi della sua “iper-condivisione” sono da individuare nella capacità che questo video ha di riassumere in pochi secondi un conflitto netto, quasi stereotipato, che dura da secoli: quello tra i dogmi religiosi, le sue interpretazioni fondamentaliste e la libertà di amare e baciare chi ci pare. Non solo nel nostro Paese, la comunità LGBTQIA+ – rappresentata attraverso questo bacio – è stata ostacolata dalle idee conservatrici della Chiesa, dalla sua incapacità di dialogare col presente ma soprattutto dal suo contagiare, con alcune delle sue posizioni, il discorso famigliare, sociale e politico, nelle fazioni più tradizionaliste e autoritarie. Le convinzioni arcaiche e apocalittiche di questa suora urlante non sono che il prodotto di questo contagio, l’annidarsi in un’unica persona di convinzioni totalmente anacronistiche. 

Ecco che il video circolato sui social sosta nella zona intermedia tra il serio e il grottesco: è un video trash (per l’innata comicità della suora e l’assurdità del fatto) ma rimane, per quanto goffo e cartoonesco, una delle tante documentazioni di aggressioni omofobe.

“Il Bacio del Diavolo” – così è stato rinominato il servizio riprendendo le parole della sorella – è dunque il modo con cui vogliamo inaugurare questo ricco numero di Not Yet Magazine dedicato alla sensualità e all’erotismo trasposti in forma d’arte, alla passione come strumento e contenuto espressivo ricorrente, soprattutto oggi in cui i modi di raccontare il sesso, la sessualità, ma anche l’amore libero e il sentimento, si stanno finalmente emancipando dalle vie rappresentative più canoniche e tradizionali. 

Siamo nel centro storico di Napoli, nei Quartieri Spagnoli, lo scenario più vivido e riconoscibile per il concept espressivo del servizio fotografico dedicato a Serena De Ferrari e Kyshan Wilson. La scelta della location parte proprio dalla volontà di evocare la passionalità della cultura partenopea in queste fotografie di Luigi Sgambato. All’art director e stylist Domenico Diomede premeva replicare un amore napoletano nel fulcro della bellezza della città e l’obiettivo è stato raggiunto grazie anche al magnetismo che lega le due attrici, conosciute dal grande pubblico per i loro ruoli nella Fiction Rai ‘Mare Fuori’, da poco ridistribuita da Netflix.

La diciottenne Kyshan conosce bene il mondo dei social in cui questa grottesca aggressione monacale ha spopolato, suscitando sdegno contrapposto a risate. “Avere tanti followers comporta pro e contro, a volte succedono cose surreali”.  Eppure, l’interesse più spontaneo e sincero rimane quello per l’espressività e la creatività:

“Sin da bambina ho sempre gravitato attorno all’arte a tutto tondo. Da piccola ho studiato il violino classico e, più tardi, anche la danza; entrambe cose che credo abbiano stimolato la mia voglia di creare”.

– Kyshan Wilson

Anche Serena, come lei, viene da un contesto artistico interdisciplinare: dopo aver studiato musica per dodici anni e canto lirico per cinque, sia in Italia che a New York, ha deciso di iscriversi al Lee Strasberg Theatre and Film Institute a Manhattan per studiare recitazione.

“La mia passione principale è il teatro. Alla Manhattan School of Music capii di essere più interessata alla parte interpretativa che a quella musicale. Quando ho iniziato a studiare seriamente recitazione me ne sono del tutto innamorata!”.

– Serena De Ferrari

Nella serie interpreta la cinica e insensibile Viola, di cui dice “ormai ho imparato a non demonizzarla. Nella terza stagione ci sono delle svolte che danno uno sguardo più ampio su di lei e mi hanno aiutato a comprenderla. In futuro però, mi piacerebbe dimostrare che ho anche altre corde interpretative”.

Ha tutto il tempo per mettersi alla prova e dimostrarlo a sé e al pubblico, come Kyshan, che pur non avendo progetti confermati pubblicamente è seriamente intenzionata ad approfondire la sua passione e formarsi ulteriormente. “Credo che la cosa più importante sia buttarsi: fare quel workshop, inscriversi a quel corso di teatro, tentare quel provino trovato online. Spesso perdiamo un sacco di opportunità a causa della paura, ci facciamo venire dubbi sulle nostre capacità: non bisogna chiedersi ‘perchè io?’ ma ‘perchè non io?’. È un approccio che mi aiuta ogni giorno” afferma, e in un tempo in cui le finestre digitali che ci affacciano al mondo sanno solo sibilarci fallimento, confronto e senso di inferiorità, quello di Kyshan risulta un pensiero salvifico e rincuorante.

Sia lei che Serena concordano sul fatto che non ci sia un’età prestabilita per dedicarsi alla creatività e che, in quanto bisogno espressivo umano, non è necessaria una scuola o una tecnica per farlo. “Basta volerlo” e soprattutto, bisogna avere un immaginario. Quello di Serena ad esempio è ricchissimo: “I miei registi preferiti sono David Lynch, Stanley Kubrick, Roman Polanski, Yorgos Lanthimos e Ingmar Bergman. Però va detto che non ho vie di mezzo. O amo il cinema estremamente impegnato oppure la commedia alla ‘The Office’. Uno dei miei sogni sarebbe proprio quello di diventare un’attrice comica”. 

È così che, se non le conoscete, vi presentiamo le due promettenti e vivaci protagoniste della nostra copertina, malcapitate co-protagoniste e imbarazzate ‘vittime’ di questo attimo di intolleranza che sa di superstizione, resa ovvia e banale solo dal fatto che esiste da secoli. Quello che importa però è che Serena e Kyshan, mentre stavano semplicemente lavorando, si sono rese velocemente conto di cosa possa provare chi, ogni giorno, combatte per i propri diritti e quelli di tutti per potersi amare liberamente. 

“Il Bacio del Diavolo” – che letteralmente significa il bacio “di colui che divide”, considerando l’etimologia del termine “diavolo” – ha dimostrato come un innocuo bacio tra due persone, gesto universale di unione, amore e condivisione possa essere visto come simbolo del demonio. Eppure, secondo noi, “demonio” non è il nome con cui si dovrebbe chiamare la libertà di amare e baciare chi ci pare.


Editors: @maxbrtl_@pitbrtl_
Talents: @serenaltair@kyshanwiilson
Art Director and Stylist: @diomede_domenico
Photographer: @luigisgambato
Photography Assistant: @zassosan
Stylist Assistant: @laura.dfrnc@saradq_ and @erika.del.prete
Make Up & Hair @eye._conic@mycl.up

About Author /

Matteo Bonfiglioli nasce a Modena a metà anni novanta. Allo scoccare del millennio impara a scrivere e si innamora del cinema e del teatro. È proiezionista, recensore, monologhista e fruitore seriale di ogni tipo di narrazione. Laureato all’Accademia di Belle Arti di Bologna in Cinema, Fotografia e Televisione e diplomato all’Università IULM di Milano in Drammaturgia e Arti del Racconto, scrive su diverse riviste di Cinema e Cultura. Continua a studiare e amare la finzione che parla della realtà.

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