Cover Story Issue #6: ‘Deal with identity’, l’editoriale che fa i conti con l’identità

Concettuale e interpretativa, Enza Martino, stylist, racconta attraverso la moda le varie sfumature dell’identità

Da sempre nella storia del costume, la moda si fa portavoce di grandi battaglie sociali, economiche e psicologiche: dal punto di vista estetico è senz’altro un modo per comunicare in maniera leggera e impattante, ma allo stesso tempo può essere causa di disagio poiché crea disparità“.

– Enza Martino
Not Yet issue #6 cover: Katerina Hejzlarova fotografata da Myriam Tisbo.

Racconta Enza Martino riguardo all’influenza della moda sul benessere personale. Enza è una giovane stylist da poco laureata presso la Naba che oggi lavora a Milano come libera professionista nel settore della Moda.

Nel progetto editoriale che abbiamo realizzato insieme a lei e alla fotografa Myriam Tisbo per la cover story di questo nostro issue dedicato alla salute mentale, il focus è incentrato sull’identità e sul desiderio di poterle dare un’immagine. Ma cos’è l’identità secondo Enza?

Potremmo definirla come l’insieme di caratteristiche che descrivono un individuo rispetto alla società a cui appartiene. ‘Deal With Identity’ è l’intento di provare a dare un’immagine a questo qualcosa di astratto: l’identità“.

– Enza Martino

La ricerca della propria identità è un processo che banalmente ha inizio sin da piccoli, quando con ingenuità e innocenza iniziamo a capire chi siamo, quello che ci piace e non. L’individuazione della stessa non sempre però viene da sé, né tantomeno si manifesta spontaneamente nella crescita, ma spesso è un percorso complicato, soprattutto psicologicamente, come Enza sostiene:

Ritengo che questo processo sia estremamente complesso, soprattutto attualmente perché siamo abituati ai social e il nostro benessere coincide con l’approvazione e il confronto, continuo e dovuto, con gli altri. Ai giorni nostri è ancora più complicato mantenersi individui e non una copia di altre copie; secondo me il segreto è esprimersi sempre e senza filtri, solo così potremo distinguere la nostra identità e riconoscerci“.

– Enza Martino

Non sempre l’auto espressione corrisponde poi a ciò che appare all’esterno: come la stessa stylist sottolinea, non è infatti detto che l’identità coincida con l’immagine che trasmettiamo al di fuori. Nelle fotografie che costituiscono il progetto, il trucco effettuato meticolosamente da Giulia Antonioli vuole rievocare simbolicamente il costante disagio di fronte all’opinione altrui e la difficoltà di comunicare con libertà e lasciare fluire il proprio io all’esterno. A risaltare sono due make-up nello specifico: in uno emerge il disegno di un occhio aperto sulle palpebre chiuse che vediamo anche nello scatto scelto per la copertina, mentre nel secondo primeggia il rossetto rosso che forma un rettangolo sulle labbra della modella.

Queste forme inusuali nel make-up rappresentano le difficoltà che alcune persone affrontano ogni giorno nell’essere se stesse, perché, per quanto provino a ignorare le opinioni altrui, hanno sempre la paura di essere giudicate. L’occhio che viene raffigurato aperto rappresenta quindi la costante ricerca di approvazione, mentre il rettangolo rosso sulle labbra, che simula un pezzo di scotch, indica invece sia il timore sia l’impossibilità di potersi esprimere liberamente.

– Enza Martino

Il messaggio che intendiamo trasmettere in questa cover story risiede proprio nella traduzione delle immagini: l’editoriale si fa portavoce di un esperimento che vuole provare a dare una grammatica a qualcosa che non possiede un linguaggio, utilizzando come strumenti comunicativi principali la moda e il trucco.

Come la stylist stessa chiarisce, l’utilizzo del guanto squadrato dalle tonalità del beige, l’abito colorato e in contrapposizione il total look nero, i volumi e le forme geometriche non sono altro che il fil rouge di concetti espressi e taciuti, per lasciare spazio all’osservatore di definire una propria interpretazione dell’identità che emerge in ogni singolo scatto.

Tra le fotografie una particolarmente emblematica ritrae la modella con un vestito a balze, lo sguardo rivolto a lato, la linea spessa di colore rosso sulle labbra e una posa aperta, come a voler prendere spazio sullo sfondo. Il messaggio arriva in modo chiaro ed evidente: bisogna sapersi ritagliare il giusto spazio sullo sfondo sociale.

Prendersi il giusto spazio in quest’era significa letteralmente conquistarselo. Il tramite? Con umiltà e rispetto degli spazi altrui. Sembra ormai dato per scontato ma forse questa è oggi la mancanza più grande: è facile essere liberi invadendo lo spazio altrui, ma non è questo lo scopo della vita. Con l’esperienza di ogni singolo giorno, sto imparando che è proprio con lo sforzo e con la capacità di conoscere noi stessi e i nostri sbagli che riusciamo a costruirci un’identità e uno spazio personale nel contesto sociale“.

– Enza Martino

Cover Story: Not Yet Magazine
Editors: Max Brtl & Pit Brtl
Photographer: Myriam Tisbo
Stylist: Enza Martino
Make Up & Hair: Giulia Antonioli
Model: Katerina Hejzlarova (Exit Model Management)
Fashion: Eibhlín Actias, Sermoneta, Alberto Zambelli, Judith Saint Jermain, Simple Rituals, Yezael by Angelo Cruciani, Radà Accessori, Mario Valentino, Francesca Cottone, Babylon, Avaro Figlio, Flavia Mardi, Gerlando, GRK made to measure by Grinko Sergei, Adelbel

About Author /

Erika del Prete nasce a Foggia nel dicembre 1999. Diplomatasi nel 2018 al Liceo Artistico, attualmente vive a Napoli per conseguire la laurea in Fashion Design. Appassionata da sempre di tutto ciò che possa dare sfogo alle proprie emozioni, i suoi interessi spaziano dalla moda all'arte, sino al canto, la scrittura e molto altro. Con l'obiettivo di poter lasciare un segno nel prossimo, dal 2022 ha iniziato a scrivere per Not Yet Magazine.

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