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Gli scatti di Martina Bertacchi, un inno all’inclusione nel nome dell’amore

Sincerità, delicatezza e spontaneità: la fotografia di Martina descritta in tre parole, capace con i suoi scatti di immortale momenti di massima umanità

Scatti da cercare sotto la voce ‘amore’: un amore che parla di inclusione, delicatezza, sincerità. 

Sono quelli realizzati da Martina Bertacchi (su Instagram @unfioresullaluna, come la canzone di Dente) per raccontare la romantica storia fra Laura e la sua omonima Martina. In una narrazione che, grazie all’obiettivo della macchina fotografica, va molto oltre quello che si percepisce in superficie e scava, complici la luce e il suo occhio insaziabile, per rivelare quello che di solito si nasconde. E portarlo fuori, farlo respirare a pieni polmoni. Perché l’amore ha bisogno di respiro. 

Questo editoriale è uno dei tanti e variopinti progetti di un’artista che sta nascendo proprio qui e ora, insieme ai suoi scatti.

Nata il 12 maggio del 1994, Martina è una freelance italiana che vive a Correggio, una cittadina in provincia di Reggio Emilia avvolta dalle nebbie della Pianura Padana. 

La sua passione per la fotografia getta i primi semi già ai tempi della scuola, oltre dieci anni fa, ma è solo nel 2017 che arriva la vera illuminazione: Martina scopre i ritratti e perde completamente la testa per questo genere, per la bellezza e la purezza, la poesia che si rende conto di poter tirare fuori attraverso di essi. 

Nelle foto: Martina Intogna e Laura Cerati.

I ritratti tra le sue mani diventano “il punto d’incontro tra le emozioni e il modo in cui il soggetto che rappresento comprende il mio messaggio. Un muto rapporto, due vite legate da un’improvvisa empatia sospese nella forma eterna della fotografia”, le sue parole. 

L’amore che con questi scatti Martina ci sta raccontando è una cosa semplice: questa semplicità pervade ogni immagine e riporta chi guarda alla scoperta di un sentimento che, depurato da ogni sovrastruttura, resta niente di più (o di meno) che l’Origine. Ed è proprio a questo ‘sentire’ così umanamente innato che Martina ‘la fotografa’ dirige il nostro sguardo, mentre Laura e l’altra Martina sono davanti ai nostri occhi e si abbracciano. Al loro posto potrebbero esserci Davide e Chiara, o Vincenzo ed Enrico, ma anche Fabio e la sua chitarra che non cambierebbe niente. 

Tutti i discorsi, la retorica, le sovrastrutture svaniscono davanti alla limpidezza di uno scatto che, senza usare parole, ne svela fiumi. Perché se da un lato questo lavoro fotografico è un inno alla semplicità, dall’altro è anche un manifesto – fatto di anni di lotte, parole, sudore e sangue – a quella libertà che ancora non possiamo dare per scontata. 

Tutta la complessità e le battaglie più urgenti del nostro mondo contemporaneo si uniscono, in questi scatti, all’estrema naturalezza del sentimento più semplice che conosciamo. Che, tra l’altro, è anche una delle colonne portanti del credo artistico di Martina: “Mi piace molto fotografare coppie – racconta – perché fuoriesce tutta l’intimità e l’amore che ci sta dietro. E’ così reale e vero che la connessione viene fuori in automatico. Penso sia una cosa bellissima raccontare l’amore nella sua semplicità”. 

Noi in queste pagine stiamo raccontando una coppia, ma nel lavoro di Martina troviamo anche soggetti singoli, corpi messi a nudo e mostrati per quello che sono (che siamo) davanti all’obiettivo della macchina fotografica: una bellezza fatta di diversità e personalità individuale, un’umanità variopinta che trova la sua espressione più vera nello sguardo dritto, senza maschere. E, scatto dopo scatto, impara ad amarsi un po’ di più. 

L’amore è amore. No boundaries. 

About Author /

Chiara Mastria nasce in provincia di Modena nel novembre del 1988, con un’innata passione per la scrittura e il racconto. Il suo rapporto ultradecennale con il mondo del giornalismo mette radici nella redazione modenese dello storico quotidiano ‘il Resto del Carlino’, per il quale lavora ancora oggi. Giornalista pubblicista, Chiara è anche mamma di due bambini, Emma e Tommaso, che continuano ad alimentare la sua anima da cantastorie.

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