Il design antropomorfo di Barbora Žilinskaitė: dialoghi e interdipendenze tra oggetti e corpi
La designer lituana reimmagina il ruolo degli arredi come figure ibride che accolgono, ascoltano e raccontano, capaci di riflettere i gesti e i desideri umani
Classe 1996, Barbora Žilinskaitė è originaria della città lituana di Kaunas e oggi vive a Bruxelles. Qui lavora come designer e artista d’interni, anche se preferisce non farsi incasellare in nessuna specifica categoria, cosa che le permette di lasciare libero il suo processo creativo da etichette prestabilite. A differenza di tanti colleghi, Barbora da bambina non covava il sogno di diventare artista. L’unico passatempo che avesse qualche attinenza con l’arte erano le elaborate case che disegnava per le Barbie con cui giocava da piccola. E infatti, durante il faticoso momento della scelta delle scuole superiori, i genitori rimasero a bocca aperta quando disse di volersi iscrivere alla scuola artistica.

Fu la curiosità a guidarla verso questa decisione: ad affascinarla erano i racconti di alcuni amici che frequentavano la scuola superiore di arte, i quali le restituivano l’immagine di un ambiente diverso rispetto agli altri istituti, secondo le sue aspettative abbastanza convenzionali e standardizzati. L’idea del diverso, dell’alternativo, di ciò che sfugge alla norma era, ed è ancora oggi, ciò che più la intriga sin da piccola.


Durante gli studi, fra le diverse declinazioni che l’arte può assumere, più di tutto la stimolava il rapporto e la dinamicità tra le persone e gli oggetti. Per l’artista, il confine tra esseri animati e inanimati è molto sottile, in quanto anche ciò che è apparentemente privo di vita ha una sua particolare essenza che lo rende unico e dotato di energia propria. Questo, insieme alla versatilità dei materiali, l’ha spinta a proseguire gli studi in design del prodotto e a conseguire la laurea nel 2019 presso l’Academy of Arts di Vilnius. Subito dopo si è affermata come artista e designer d’interni, esponendo le sue opere in numerose esibizioni tra Europa e Stati Uniti.
Attraverso le sue opere, Barbora approfondisce la particolare comunicazione del corpo umano, la quale parte da una forma fisica e tangibile arrivando a modalità espressive più intime e nascoste. I piccoli gesti, i movimenti silenziosi, le pose più o meno naturali delle persone non sono nient’altro che tipi di comunicazione non-verbale, riflessi di pensieri ed emozioni profonde. Allo stesso tempo, gli oggetti più comuni rimandano a loro volta alla fisicità del corpo umano e sono per questo pieni di una loro vita.



Di questo ci parla, ad esempio, ‘Storyteller’ (2021), una libreria color verde bosco che alla base viene “abbracciata” da due grandi mani, come raccogliessero il sapere dei libri; o il tavolino da caffè ‘Roommates’ (2020) sui cui è intagliato un volto sorridente che invita a lunghe conversazioni tra amici; o al contrario la sedia ‘Crying Chair’ (2023), che presenta la forma di un occhio in lacrime, quasi una spalla per chi volesse trovare appoggio nei momenti di sconforto. Attualmente, il progetto a cui sta lavorando è una serie di pezzi di design connessi fra loro che comporranno un set tematico.


Le sue opere mostrano come gli oggetti più comuni non sono banali strumenti ma, intersecandosi con le attività umane, diventano anche loro delle persone, o almeno simili nello spirito. Barbora ci invita così ad andare oltre al senso di onnipotenza e dominio degli uomini, riportandoci all’idea dell’interdipendenza dell’umanità con il mondo esterno.
Nonostante la complessità delle linee che imitano il corpo umano, le sue creazioni risultano minimali, le palette naturali e le tinte uniformi. L’estetica ha grande importanza nel suo processo creativo, scegliendo accuratamente forme, colori e materiali. Ciò nonostante, essa non oscura mai la materialità e la funzionalità dell’oggetto, siccome questo è ciò da cui si evolve un’idea. In questo si manifesta maggiormente l’estetica di Barbora: un accordo tra la ragione – le forme e l’uso – e l’originalità del pensiero.



Ciò è in linea con le ispirazioni più grandi dell’artista, ossia l’arte preistorica e quella modernista, – che si esplicano entrambe in forme naturali, chiare e immediate – o i movimenti degli artisti più alternativi che si distinguono per discostarsi dall’estetica convenzionale.
Per il futuro, la designer conserva il desiderio di smantellare il concetto di arredamento d’interni, promuovendo l’idea degli oggetti domestici non come semplici utensili o pezzi d’arredamento, ma entità dotate anche loro di un valore proprio e fuori dalla norma.

