Judith Bradl: un’icona dello storytelling nell’era digitale

Dalla storia dell’arte, al fashion editing fino al ‘dopaming dressing’: l’attività eclettica e inarrestabile di Judith Bradl

Originaria di Bolzano e con base a Milano, Judith Bradl è una giovane fashion editor e digital creator. Attraverso i suoi lavori, Bradl condivide due passioni che coltiva sin da piccola: la moda e la storia dell’arte, in cui si è laureata all’università di Vienna.

La sua carriera in campo editoriale è iniziata nel 2018, con la fondazione di ‘Atelier Judith’, un magazine digitale su arte moderna e contemporanea, moda e travel. In seguito ha cominciato a scrivere per la rivista ‘StayInArt’, della quale dal 2022 è columnist ed editrice della rubrica di fashion e design ‘Curated Couture by Judith Bradl’.

Judith Bradl.

Judith Bradl si occupa della cura e della promozione dell’immagine mediatica di prestigiosi brand, collaborando con rinomate case di moda, tra cui Hermès, Valentino, Gucci, Cartier, ma anche boutique di lusso e importanti musei a livello internazionale, come il Musée de l’Orangerie per menzionarne uno.

Non si può non citare la sua esperienza a fianco del regista Wes Anderson e della costumista Juman Malouf, durante la quale Bradl ha preso parte alla fase di ricerca della mostra ‘Spitzmaus Mummy in a Coffin’, esposta dal 2018 al 2019 al Kunsthistorisches Museum di Vienna e, nel biennio successivo, presso la sede di Fondazione Prada a Milano. In questa occasione ha rivestito il ruolo di Curatorial Assistant, occupandosi della parte di ricerca degli oggetti, exhibition catalogue e preparazione delle object lists

Judith Bradl possiede una straordinaria capacità narrativa grazie alla quale tramanda la storia della moda e dell’arte ai suoi lettori, così come ai follower su Instagram e TikTok. Sui social, infatti, condivide interessanti aneddoti raccontati durante i suoi progetti in sontuose dimore, musei, eleganti locali ed eventi.

Il carattere vintage degli abiti e degli accessori che indossa Bradl ci permette di tornare indietro negli anni, fantasticando su come fosse vivere – ma specialmente vestirsi – nel passato. Tuttavia, il suo storytelling non si limita ad un viaggio nel tempo, poiché Judith propone altrettanti outfit ispirati ad opere d’arte o a personaggi reali – come Lady Diana – e cinematografici, tratti specialmente dai film di Anderson, Fellini, Visconti. È un grido alla vita quello di Judith Bradl: in tutti gli outfit che crea celebra un’esplosione cromatica che attraversano tutte le sfumature possibili, il suo è vero e proprio ‘dopamine dressing’ – la pratica d’indossare abiti colorati che abbiano un effetto positivo sull’umore. Sul corpo e nelle immagini che realizza, gli abiti, vintage o delle ultime collezioni, diventano così una forma espressiva che permette di aggiornaci sul presente, raccontarci del passato, e mostrarci le infinite possibilità di reinventarsi esteticamente e, magari, anche spiritualmente nel futuro.

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Maria Bandieri nasce nel febbraio del 1999 a Scandiano, Reggio Emilia. Sin da piccola matura una grande passione per le diverse forme di arti figurative, ma soprattutto per il mondo della moda. Nello stesso tempo si avvicina alle discipline umanistiche, fino a laurearsi in Lettere Moderne presso l’Università di Bologna nel 2022. Presto proseguirà gli studi nell’ambito della comunicazione. Scrivendo articoli su Not Yet Magazine, oggi trova modo di coniugare i suoi interessi con un'altra grande passione: la scrittura.

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